Giustizia: Anm, sciopero non è contro riforma, ma per migliorarla

ROMA – L’anm si arrampica sugli specchi per giustificare lo sciopero dei magistrati, che contribuirà ancor più ad accrescere la disistima per la categoria.

Come “categoria”, ha spiegato il presidente dell’Anm, “siamo i primi ad essere interessati a che il servizio migliori” e quella di oggi “più che una protesta e un dire ‘no’ è un tentativo di comunicare e cercare di aprire un tavolo, un dialogo con tutti quelli che sono interessati alla giustizia per dire alla politica che non siamo contrari alle riforme, a patto di fare qualche importante, significativo, aggiustamento a una legge che può contribuire, se corretta in alcune scelte anacronistiche, a una giustizia più semplice”.
Santalucia, parlando coi cronisti, ha criticato in particolare due aspetti della riforma, arrivata in discussione
al Senato: i limiti ai passaggi da funzioni giudicanti a requirenti e viceversa e anche le cosiddette “pagelle” dei magistrati, ossia il fascicolo personale per valutare le toghe. “Il sistema delle valutazioni deve rispettare l’autonomia e l’indipendenza” dei magistrati, ha concluso il presidente Anm.

Sempre la solita solfa, appigliandosi ai due principi citati le toghe non vogliono rinunciare ad alcuno dei loro privilegi. Leggendo le dichiarazioni di Santalucia torna in mente una vecchia canzone di Caterina Caselli: “Nessuno mi può giudicare”, nemmeno tu.

magistrati, opposizione, riforma


Ezzelino da Montepulico


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