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La politica energetica della Commissione Ue: si punta al fotovoltaico, ma ci vorranno anni

I pannelli fotovoltaici rubati
pannelli fotovoltaici

La Commissisone Ue, dopo le controversie fra gli Stati che ancora impediscono le sanzioni al petrolio russo, sta cercando di incentivare le energie rinnovabili per far fronte alla drastica diminuzione, soprattutto per Germania e Italia, delle forniture di gas russe e, in prospettiva, anche di petrolio.
Ma la confusione regna sovrana nelle auliche e dorate stanze del Berlaymont, dove politici non all’altezza e burocrati che complicano la vita dei cittadini si lambiccano da tempo il cervello, E alla fine hanno partorito una grande idea: mettere su tutti gli edifici pubblici pannelli fotovoltaici e incrementare la produzione degli stessi, facilitando l’utilizzo da parte degli utenti privati, Un piano per la cui attuazione occorreranno almeno due o tre anni, quando forse l’economia europea sarà disastrata definitivamente. Ed è probabilmente quello a cui mira Biden con la sua politica aggressiva contro Putin: abbattere la Russia, indebolire l’Europa e puntare poi alla resa dei conti con la Cina e le altre potenze orientali emergenti. Draghi, Von der Leyen e gli altri politici europei ancora forse non l’hanno capito bene e marciano compatti al guinzaglio del presidente Usa.
Ma torniamo al grande nuovo indirizzo della politica energetica europea, il rilancio in grande stile del fotovoltaico, visto che non si trova accordo su altro.

Si prevede che gli Stati dovranno concedere le autorizzazioni per il montaggio dei pannelli sugli edifici in non più di tre mesi di tempo e i governi nazionali dovranno spingere per far impiantare i pannelli su tutti i palazzi esistenti e che hanno una classe energetica inferiore alla D. Si punta sulle energie alternative perché sta fallendo la fissazione uniforme, a livello europeo, del tetto al prezzo del gas. L’Italia spinge da tempo per introdurlo. Contro si sono schierati i Paesi del Nord, con in testa ‘Olanda, dove ha sede il Ttf, la principale Borsa di scambio del metano.
Ma, anche se si arrivasse alla fissazione di questo tetto, che dovrebbe essere limitato alla durata della situazione di emergenza, la Commissione intende comunque indirizzare la politica comune del prossimo futuro predisponendo un nuovo pacchetto europeo, che spazia dalle rinnovabili all’idrogeno, passando per la diversificazione delle forniture. Consapevole che non sarà tanto facile la soluzione del fotovoltaico generalizzato.
Una delle «azioni chiave» individuate dalla Commissione, è il supporto al raddoppio della capacità del corridoio Sud del gas per altri 20 miliardi di metri cubi l’anno. Un rafforzamento che dovrà essere fatto anche riprendendo entro il 2022 il dialogo di alto livello con l’Algeria e rafforzando i rapporti energetici con la Nigeria, l’Angola e il Senegal. Un passo che l’Italia ha già fatto autonomamente, anticipando l’azione dell’inerte Ue.

Il pacchetto infine, come detto, punterà soprattutto sul solare, ma a lungo termine. Entro il 2025 i pannelli fotovoltaici dovranno essere installati su tutti gli edifici pubblici e tutte le nuove costruzioni dovranno essere predisposte per la loro installazione. Secondo la Commissione europea queste azioni costituiscono «una priorità», ma da sole non risolveranno il problema immediato e così si rischia di chiudere la stalla quando sono scappati i buoi e di perpetuare la nostra dipendenza energetica dai Paesi al di fuori del nostro continente, pagando conti salati e sottostando a condizioni che costituiranno un freno per la nostra economia.


Ezzelino da Montepulico


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