Copasir: indagine su presunta rete filo Putin in Italia. Gli attacchi ai politici che sostengono Kiev

Ai tempi di Kruscev, l’Unione Sovietica era maestra nella “disinformazia”. Ossia nel gabellare notizie false per vere per mettere in difficoltà i paesi occidentali. Una tecnica raccontata perfino dai mitici corrispondenti da Mosca negli anni della guerra fredda. La Russia di oggi pare aver ripreso la vecchia abitudine: con infiltrazioni, anche attraverso giornali e talk show in tv, per screditare coloro che accusano Putin di aver scatenato la folle guerra, alimentata da crimini e distruzioni. Su tutto questo sta indagando il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica): con nuove audizioni, trasferte a Washington e Bruxelles e quindi una relazione al Parlamento sull’attività svolta.
CREMLINO – E’ questa la road map che attende l’indagine conoscitiva “sulle forme di disinformazione e di ingerenza straniere, anche con riferimento alle minacce ibride e di natura cibernetica” avviata il 4 maggio scorso dal Copasir. Una attività a ritmi serrati durante la quale sono state raccolte varie testimonianze sul ruolo svolto in queste ultime settimane sia da soggetti russi sia da personaggi che avrebbero fatto da cassa di risonanza delle linee del Cremlino nella guerra all’Ucraina. Agli atti dell’indagine sono finite anche una serie di note, provenienti da diversi ambiti: materiale che sarebbe stato acquisito nel corso delle diverse audizioni svolte fin qui dal Comitato. Nomi e cognomi di una presunta ‘rete’ che si sarebbe attivata, sfruttando i media, per attaccare i politici che sostengono le posizioni di Kiev.
URSO – L’ obiettivo del Comitato, come più volte ribadito dal presidente Adolfo Urso, è fare chiarezza su una eventuale minaccia ‘ibrida’ rappresentata dalla Russia, che tenterebbe di influenzare il dibattito nei Paesi occidentali, attraverso propaganda, disinformazione, fake news su media e social. Proprio su questo punto il Copasir, insieme alla Commissione di vigilanza Rai, sta approfondendo in particolare il tema degli ospiti in tv, giornalisti ed esperti russi che potrebbero essere espressione diretta del Cremlino. L’indagine avviata nei primi giorni del mese scorso fa seguito infatti all’approfondimento già avviato sul tema, anche attraverso lo svolgimento delle audizioni del direttore dell’Aise Giovanni Caravelli, del direttore dell’Aisi Mario Parente, del presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella e dell’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes.
TALK SHOW – Quest’ultimo davanti ai parlamentari avrebbe preso atto del tema sollevato ragionando sulla necessità di rivedere il format dei talk, specie su temi complessi quali quello della guerra, evitando le contrapposizioni urlate per lasciare più spazio agli approfondimenti. Ulteriori elementi potrebbero essere acquisiti nelle missioni che il Comitato farà a Washington dal 12 giugno. Negli Usa sono in programma incontri con gli “omologhi” alla Camera e al Senato. Successivamente il Copasir farà tappa a Bruxelles dove avverrà un confronto con gli organismi e i gruppi di lavoro che in ambito comunitario sono impegnati sulle medesime tematiche. Se il calendario verrà rispettato, non è escluso che in tempi relativamente brevi si possa arrivare ad una sintesi dell’attività svolta che finirà in una relazione per il Parlamento. L’attivismo della rappresentanza diplomatica russa in Italia è, comunque, da tempo monitorato anche dal controspionaggio dell’Aisi. Insomma, far luce sulla nuova “disinformazia”. Forse molto più penetrante di un tempo.
