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Prostituzione, a 60 anni dalla Legge Merlin un disegno di legge per multare i clienti. L’esempio dei paesi nordici

Luccio
(foto d’archivio)

A 60 anni dall’entrata in vigore della storica legge Merlin, che portò alla fine dell’epoca delle case chiuse, parte con rinnovato vigore un’iniziativa che, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe adottare il cosiddetto modello nordico che disincentiva la domanda multando i clienti. Cioè comminando una sanzione al “compratore” della prestazione, un sistema già in vigore in Svezia, Norvegia, Islanda, Irlanda, Francia e presto anche in Spagna.

Multare i clienti delle prostitute è l’obiettivo inserito in un disegno di legge di cui è prima firmataria la senatrice del M5S Alessandra Maiorino. Una proposta, presentata al convegno “Prostituzione, l’Italia è pronta per il modello nordico?”, dove si è discusso del tema con esperti e politici nazionali e internazionali.
Particolarmente interessante il contributo di NiklasWiberg, ministro consigliere dell’ambasciata di Svezia, che ha spiegato come la normativa adottata in Svezia 22 anni fa «è stata molto importante per contrastare il fenomeno, rafforzando la posizione delle vittime e rendendo meno appetibile il mercato della Svezia per trafficanti e sfruttatori».

Un approccio a cui si è detta favorevole la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, che però ha puntualizzato come il «tema è delicato» e necessita «di un confronto attento». Anche la ministra per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone ha concordato con l’approccio sanzionatorio: «Il cliente è grandissima parte del problema della prostituzione e questa legge lo sanziona al pari dello sfruttatore perché alimenta il mercato».
C’è però anche un fronte contrario. Rappresentato dal Partito Radicale (sul tema è intervenuta la tesoriera Giulia Crivellini) e da Pia Covre, da decenni punto di riferimento dei sex worker. C’è una rete abolizionista che «si sta muovendo per l’Europa da anni», dice la Covre. «È una proposta – ha detto – scritta anche abbastanza male e comunque fortemente criminalizzante per gli aspetti della vita delle persone che lavorano nel sex work e anche degli utenti».

Il fenomeno della prostituzione continua a proliferare sulle nostre strade. Tra le 75mila e le 120mila – secondo una stima del 2017 – sarebbero le persone coinvolte, ma il mondo dell’associazionismo ritiene che i numeri possano essere addirittura raddoppiati. Oltre la metà di nazionalità straniera, il 10% minorenni, per un giro d’affari di quasi 5 miliardi di euro.

Un anno fa le conclusioni dell’indagine conoscitiva sulla prostituzione approvata dalla Commissione Affari costituzionali del Senato, avevano mostrato come l’Italia sia sostanzialmente pronta per una legislazione più severa coi “clienti”, seguendo l’esempio dei Paesi nordici. Le sanzioni contro i clienti sarebbero inflitte dapprima con multe amministrative, poi con l’ammonimento del questore in caso di recidiva, per arrivare fino alla sanzione penale.

«Oggi finalmente – ha affermato Maiorino – superando il timore di essere tacciate da bigotte, retrograde, sempre più donne e associazioni femminili, anche di stampo progressista, stanno squarciando quel pesante velo di ipocrisia che ha tentato di far passare la più grave forma di violenza perpetrata sui corpi e sulle vite delle donne per una loro conquista di libertà».

Vedremo se questa iniziativa andrà avanti e se la politica sarà capace di difendere le persone che esercitano il mestiere più antico del mondo. Dopo 60 anni anche l’Italia ci prova, ma abbiamo qualche dubbio che, nel clima politico attuale, l’iniziativa possa realizzarsi in breve tempo.

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