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Crescita Italia: agenzie rating, previsioni negative per il 2023. Rivisto al ribasso il looking di S&P, vede nero anche Moody’s

Standard Poors

ROMA – Sembrano raffreddati gli entusiasmi prematuri per la crescita italiana dopo le previsioni positive per il 2022 del Fmi, rettificate in negative per il 2023. Dopo la borsa anche le agenzie di rating giudicano negativamente le prospettive di sviluppo del nostro paese.

Punta l’accento sulle riforme anche l’agenzia S&P che, confermando il rating dell’Italia BBB, rivede al ribasso l’outlook a stabile da positivo proprio in seguito ai rischi per le riforme legati alle elezioni anticipate. “L’outlook stabile riflette i rischi che un rallentamento o un rovesciamento delle riforme” potrebbero avere per l’economia italiana e per i conti pubblici, afferma S&P, sottolineando come “la revisione riflette anche l’elevata inflazione e i rischi alle forniture energetiche dell’Italia”. S&P non prevede immediati rischi di bilancio dalla transizione al nuovo governo dopo le elezioni però osserva come il voto anticipato “arriva in un momento” difficile per i governi italiano ed europei.

L’agenzia non esclude inoltre uno stop completo dei flussi di gas dalla Russia: questo – spiega – farebbe registrare all’Italia una crescita del pil negativa nel 2023 e nel 2024. Al momento S&P stima la crescita italiana a +2,8% nel 2022 e all’1,9% nel 2023. “Questo è un momento importante perché ci sono numerose riforme e programmi nell’ambito del piano europeo. Ci auguriamo che le riforme siano fatte, sarebbero utili per l’Italia. Qualsiasi sarà il governo al potere ci auguriamo che le sostenga”, afferma il capo economista del Fmi, Pierre-Olivier Gourinchas, sottolineando come lo scenario di base del Fondo per l’Italia è stato stilato prima degli ultimi eventi politici e include le riforme. Dopo il +3% nel 2022 (+0,7 punti percentuali rispetto alle previsioni di aprile), il pil italiano frenerà nel 2023 a +0,7%, meno dell’1,7% stimato solo tre mesi fa. Rivede al ribasso la crescita dell’Italia anche Moody’s: il pil del Belpaese è previsto crescere quest’anno del 2,2% e il prossimo dello 0,8% a fronte del +2,3% e del +1,7% stimato in precedenza.

Anche Moody’s ha tagliato le stime di crescita dell’Eurozona dal 2,5% al 2,2% nel 2022 e dal 2,3% allo 0,9% nel 2023, per effetto di una revisione al ribasso del pil dei principali Paesi europei. Le previsioni sull’Italia nel 2022 scendono dal 2,3% al 2,2% e nel 2023 dall’1,7% allo 0,8%.

Moody’s spiega il taglio con una serie di fattori che includono le interruzioni della fornitura di gas e gli aggiustamenti sul lato della domanda per far fronte all’incertezza sui flussi da Mosca, il freno ai consumi di un’inflazione più alta, il venir meno del sostegno della Bce, il restringersi della liquidità globale e una domanda esterna debole.


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Ezzelino da Montepulico


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