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Torino: violenze No Tav in Val di Susa, feriti 12 agenti. Funzionari polizia chiedono a magistrati di accertare connivenze politiche

ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

TORINO – Tensioni e disordini in Val di Susa, nel Torinese, dove l’ala piu’ oltranzista del movimento No
Tav ha attaccato le forze dell’ordine a San Didero, a ridosso del cantiere per i lavori del nuovo autoporto di Susa, opera collegata alla Torino-Lione.

Dodici i feriti nella polizia, colpiti da sassi e bombe carta. Il pomeriggio era iniziato con un corteo partito da Venaus, durante il Festival Alta Felicita’, che vede tra i promotori principali il centro sociale Askatasuna, di cui alcuni attivisti e leader proprio in questi giorni sono stati rinviati a giudizio per associazione per delinquere, anche per fatti violenti contro i cantieri Tav.

Il Festival da alcuni anni è diventato un appuntamento fisso, con dibattiti, concerti e campeggio. Novita’ di quest’anno la presenza per la prima volta degli attivisti di Fridays For Future e del Climate Social Camp, saliti in valle da Torino, dove in questi giorni si e’ svolto il secondo meeting europeo dei movimenti ambientalisti.

Da Venaus circa duemila persone hanno sfilato in corteo, aperto dallo striscione ‘Siamo la natura che si ribella’. Raggiunto San Didero, mentre una parte dei manifestanti procedeva con una ‘battitura’ sulle reti, una cinquantina di No Tav a volto coperto, con maschere antigas e protetti da scudi di plexiglass, hanno tentato di tirare giu’ la concertina di filo spinato e lanciato petardi e bombe carta contro le forze
dell’ordine. Con un ariete artigianale in cemento hanno tentato di sfondare la recinzione e i cancelli del cantiere. Due gli attacchi: uno al varco sul lato della statale e uno nella zona est, a ridosso dell’autostrada.
Al fitto lancio di sassi e materiale esplodente le forze dell’ordine hanno risposto con lacrimogeni e idranti. I manifestanti con dei tronchi di albero hanno innalzato barricate, costringendo cosi’ alla chiusura temporanea dell’A32 all’altezza di Avigliana.

Immediate le reazioni dei sindacati di polizia e del mondo politico. “Intollerabili gli episodi di violenza da parte di frange antagoniste No Tav” secondo il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Per Antonio Gurgigno, consigliere nazionale del Sap, “contro queste violenze serve un intervento risolutivo da parte della magistratura e una risposta delle istituzioni”. “Da anni i campeggi e i presidi, che sono le basi operative per attivita’ di carattere eversivo andavano rimossi e vietati” commenta Eugenio Bravo, segretario generale del Siulp. Secondo il coordinatore di Forza Italia Paolo Zangrillo, “La situazione non sia piu’ tollerabile, in particolare laddove a capeggiare questo atto eversivo siano quelli di Askatasuna. E’ necessario fermarli”.

Gravi accuse dell’Associazione funzionari di polizia, che chiede alla magistratura di accertare le connivenze politiche con i violenti. “Anche ieri, come spesso accade nei mesi estivi, l’ala estremista del movimento no tav invia contro le Forze dell’Ordine i propri black bloc, autentici professionisti del disordine, che lanciano contro la polizia oltre alle pietre, bombe carta e materiale esplodente, per
tessere la loro tela fatta di manipolazioni e strumentalizzazioni. Assediare un cantiere non è un fatto
banale, come dichiara la leadership del movimento no tav, aggredire gli agenti di polizia ferendone 14 sono fatti costituenti reati. Sarà opportuno che la magistratura faccia luce sugli opachi rapporti che intercorrono tra certi ambienti politici ed i black bloc no tav, per verificare se vi siano elementi di partecipazione esterna che sostengono attraverso varie forme i violenti e le loro azioni o le istighino”. Cos’ in una nota il segretario nazionale, Enzo Letizia, dell’associazione nazionale funzionari di polizia dopo gli scontri di ieri in Val di Susa.

Ma, mentre la procura, da anni (già quando ero prefetto a Torino, 2010, procuratore Caselli), avvia inchieste per attività terroristica nei confronti di No Tav e appartenenti al centro sociale Askatasuna, la magistratura giudicante non ha mai perseguito queste formazioni. E le violenze, dunque, continuano.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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