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Migranti, blocco navale: sinistre all’assalto di Giorgia Meloni, ma fu proposto dalla Ue e attuato da Prodi nel 1997 (81 morti)

ROMA – La sinistra spara a zero contro la proposta della presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, di contrastare l’immigrazione clandestina con il blocco navale. “Meloni sa che per il diritto internazionale è considerato un atto di guerra? Sa che servirebbero più navi di quante ne dispone la Marina militare? Sa che i morti supererebbero i respinti? Nessuna idea seria?”, ha dichiarato per esempio Laura Boldrini, deputata del Pd e presidente del Comitato della Camera sui diritti umani nel mondo.

Ma in realtà fu proprio l’Unione europea cinque anni fa che lo propose, come ricordò allora il quotidiano l’Unità, non certo meloniano: “’Ue: Blocco navale in Libia contro le morti in mare’. Questo il titolo scelto dall’Unità il 26 gennaio 2017 per sintetizzare le proposte della Commissione europea per ’fermare i flussi migratori’.

Non dimenticando infine che nel 1997 il governo di Romano Prodi – allora era ministro dell’interno Re Giorgio Napolitano – attuò un vero e proprio blocco navale nell’Adriatico contro i flussi migratori dall’Albania. A seguito del quale ci furono 81 morti annegati e 27 dispersi.

Riprendiamo le cronache dell’epoca, sintetizzate dal Tempo il 26 aprile 2015: “Il 28 marzo di quell’anno, al largo di Brindisi, l’imbarcazione albanese «Kater I Rades» viene speronata e affondata dalla corvetta «Sibilla» della nostra Marina militare che stava tentando di bloccarne il passaggio. Muoiono 81 immigrati, 27 i dispersi. È in quel momento che si scatenano le polemiche sul blocco navale e i respingimenti adottati, in modo camuffato e con molti distinguo tecnici, dalla sinistra italiana. Ma se i vertici di quel governo negano e parlano di «pattugliamento», pochi giorni prima di quel disastro le navi della Marina militare ricevono l’ordine di spingersi fino ai limiti delle acque territoriali albanesi per intercettare le imbarcazioni di profughi.

Non solo. L’Unhcr, Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, analizzando le scelte messe in atto dall’Italia nell’Adriatico, aveva anche posto sotto accusa proprio il blocco navale deciso dal nostro Paese. Dopo l’affondamento della «Kater I Rades», il governo Prodi e i suoi ministri vengono assaliti. La sinistra radicale chiede la rimozione del blocco navale e accusa l’Esecutivo di seguire le idee di due esponenti del centrodestra, Maurizio Gasparri e Irene Pivetti. Luigi Manconi, all’epoca portavoce dei Verdi, fa notare a Prodi e Andreatta che «quel pattugliamento rappresenta di per sé un blocco navale deciso senza l’accordo del governo albanese».

Il leader dei Radicali, Marco Pannella, definisce la scelta del governo Prodi «imbecille», mentre per Falco Accame, ex presidente della commissione Difesa della Camera, la tragedia è proprio colpa dell’«illegale blocco navale camuffato, all’italiana, sotto il termine di “pattugliamento concordato”, non previsto da alcuna norma di diritto internazionale».

Adesso le sinistre smemorate attaccano la Meloni, la loro è, come avviene quasi sempre, una campagna elettorale “contro”.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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