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Caro energia: Bonomi dà la sveglia al governo, le imprese non reggono. Sollecito anche di Letta

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EPA/FILIP SINGER

ROMA – “È da un anno che noi di Confindustria diciamo che l’energia è un problema. La guerra lo
acuisce, ma non può essere una sorpresa. Non possiamo continuare a raccontarci che tutto va bene, perché le difficoltà e le preoccupazioni sono enormi: sia sull’attività produttiva che per l’occupazione”.

A parlare dalle pagine del Corriere della Sera è il numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi, che, all’indomani dell’ennesima fiammata del prezzo del gas, lancia un vero e proprio allarme per l’industria che ha visto in alcuni casi “bollette decuplicate”. In autunno “ci saranno seri problemi su redditi e potere d’acquisto delle famiglie – mette in guardia – Il grido di dolore delle imprese fin qui è stato un po’ ignorato, ma ora c’è urgenza di nuovi interventi”.

Coi partiti impegnati nella campagna elettorale, il problema della corsa dei prezzi dell’energia rischia non essere affrontato con tempestività: “Penso che Quirinale e palazzo Chigi dovrebbero chiedere ai partiti uno sforzo immediato per varare nuove misure – dice Bonomi – Aspettare il prossimo (governo ndr) ci farebbe perdere due mesi e non possiamo permettercelo”.

Intanto occorre iniziare a definire le imprese da preservare in caso di razionamento. “Non dobbiamo farci trovare impreparati, perché il razionamento può avverarsi – afferma il presidente degli industriali – Chiediamo solo che si compiano delle scelte sulla base dei numeri, su criteri oggettivi e di mercato.
Occorre poi sospendere temporaneamente il sistema europeo dei certificati verdi: Lo abbiamo fatto con il Patto di stabilità con il Covid, dovremmo farlo anche con gli Ets” osserva. E soprattutto “va sganciato il prezzo dell’elettricità da quello del gas, perché il 60% dell’elettricità non è prodotta da gas”.

A proposito di elettricità, Bonomi oltre a chiedere di sbloccare le pratiche per i nuovi impianti di rinnovabili chiede di seguire l’esempio della Francia e “dedicare una quota della produzione
nazionale da rinnovabili alla manifattura: come in Francia, a prezzi amministrati dallo Stato”.
“L’industria – conclude – è un tema di sicurezza nazionale e se c’è un’emergenza di queste dimensioni i partiti devono indirizzare lì le risorse. Non lo diciamo per fare una battaglia corporativa: le chiusure di imprese vanno evitate”.

“Un decreto legge che raddoppi il credito d’imposta si può fare domattina. Chiediamo a questo governo di farlo, per evitare a molte aziende di chiudere. Credo ci sia un consenso largo in Parlamento. E accanto a questo anche il disaccoppiamento dei costi dell’energia fossile da quella delle rinnovabili. Si può fare. Si deve fare prima delle elezioni”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, ospite di Tg2 Post


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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