Skip to main content

Carceri: il problema dei suicidi, e non solo. La politica se ne occupa solo a Ferragosto

Non più tardi di 15 giorni or sono, a Ferragosto, oltre al consueto e trito bollettino della situazione della criminalità fatto dalla ministra Lamorgese, le cronache erano piene delle visite nelle carceri fatte da esponenti politici, dalla ministra Cartabia in persona, da qualche garante dei detenuti. Ci si preoccupava ovviamente dei problemi dei detenuti, mentre passavano in secondo piano quelli degli agenti carcerari.

In primo piano il problema dei suicidi, l’ultimo è stato quello di un uomo di 53 anni alla Dozza di Bologna, a fine anno avrebbe espiato la sua pena, ma si è tolto la vita ieri pomeriggio. Prima di lui in Sicilia, un 44enne originario di Catania affetto da psicosi e che da tempo era in attesa di essere inserito in una comunità e un bracciante gambiano di 34 anni, detenuto per un reato minore. Anche un poliziotto detenuto si era tolto la vita nel carcere fiorentino di Sollicciano.

Dall’inizio dell’anno ci sono stati 59 suicidi in carcere, al ritmo di uno ogni quattro giorni. Ad agosto, poi, le cifre sono praticamente raddoppiate: 15 in un solo mese, uno ogni due giorni. L’associazione Antigone torna a chiedere attenzione su fenomeno che quest’anno ha avuto una “preoccupante accelerazione”. Non ci sono mai stati così tanti suicidi in 8 mesi, ed è già stato superato il totale dei casi del 2021, pari a 57 morti.

“Un mattanza che impone una riflessione a tutti i livelli, politici e istituzionali”, sollecita il Garante nazionale Mauro Palma, che nei giorni scorsi ha lanciato un appello ai partiti perché “il carcere è il più grande assente della campagna elettorale”.

Ecco i numeri raccolti da Antigone. Delle 59 persone che si sono tolte la vita in carcere, 4 erano donne, un
numero alto, visto che la popolazione detenuta femminile rappresenta solo il 4,2% del totale; nel 2020 solo una donna si era levata la vita in carcere, nel 2019 nessuna. Chi si toglie la vita è spesso giovane. L’età media è di 37 anni, la fascia più rappresentata è quella tra i 30 e i 39 anni, con 21 casi di
suicidi, segue quella dei piu’ giovani, con 16 casi di suicidi di ragazzi con età comprese tra i 20 e i 29 anni. Quelli di origine straniera sono 28, ossia il 47,5% dei casi.

Anche i sindacati degli agenti carcerari prendono posizione: “Come sapete, abbiamo sempre detto che la morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato”, commenta amareggiato Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni”, aggiunge. E si conferma critico con il Ministro della Giustizia Cartabia ed il Capo del DAP Renoldi sull’incontro con detenuti al 41 bis da parte dell’associazione “Nessuno tocchi Caino”.

Prosegue con un attacco diretto al Capo del Dap, che presiedeva una riunione nel carcere di Firenze quando si è suicidato il poliziotto detenuto. “A lui vorrei chiedere perché non è rimasto sul posto ed anzi si è subito allontanato dal carcere di Sollicciano… Aspettiamoci di tutto e di più. L’intento del Ministero è cercare di eliminare l’ergastolo ostativo: spero davvero che il governo guidato da Mario Draghi non voglia stravolgere questa istituzione. Va bene la tutela dei diritti, ma si parta da quelli dei poliziotti e delle persone per bene”.

Abbiamo voluto riassumere in queste brevi righe alcuni dei principali problemi delle carceri italiane, dal punto di vista di chi difende i detenuti e da quello di chi cerca di tutelare i poliziotti. Da entrambi i lati viene fuori una conclusione univoca, l’insufficiente attenzione, la latitanza della politica.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
Firenzepost small logo