Biden rischia di diventare un’ “anatra zoppa”, se perde il controllo di un ramo del Congresso

Martedì prossimo, 8 novembre, negli Usa si terranno le elezioni di midterm. Come prevedono le regole negli Stati Uniti, a metà mandato di ciascuna amministrazione gli elettori e le elettrici statunitensi sono chiamati a rinnovare la Camera e un terzo del Senato.
BIDEN – Nonostante il pesante intervento a suo favore del suo mentore, ex presidente Barack Obama, tutti i sondaggi prevedono che l’anziano presidente dem vada verso lo scenario che in America viene definito “anatra zoppa“, perdendo la maggioranza in almeno uno dei rami del Congresso.
E’ ben vero che negli ultimi 20 anni, come abbiamo rilevato già in passato, c’è stato solo un presidente (Bush junior) che ha mantenuto la maggioranza alle elezioni di midterm. Lo scenario “dell’anatra zoppa”, dunque, è abbastanza frequente.
I seggi in bilico per il Senato sarebbero quelli dell’Arizona, dove i Democratici sono in vantaggio, insieme a Georgia, Ohio, Pennsylvania, Nevada, Wisconsin e North Carolina. Proprio per queste situazioni Obama ha voluto ricordare alle minoranze l’importanza di andare a votare, visto che afroamericani, ispanici e giovani solitamente partecipano meno alle elezioni di midterm.
Secondo i sondaggi, ultimo quello contenuto nel rapporto politico apartitico Cook, sarebbe aumentato il numero di seggi che i repubblicani dovrebbero guadagnare nel prossimo Congresso, da 12 a 25, rispetto alla precedente stima di 10-20 seggi.
Anche al Senato, negli ultimi giorni, i repubblicani sono saliti nei sondaggi in diversi Stati chiave. Tra le competizioni più accese figurano il Nevada e la Georgia, Stati vinti da Biden nel 2020, nonché la Pennsylvania, controllata dal Partito Repubblicano, dove un medico famoso appoggiato da Trump, Mehmet Oz, è in corsa contro il vice governatore democratico John Fetterman. Non a caso in quest’ultimo Stato si sono concentrati gli interventi dei big dei due schieramenti.
Se i repubblicani vincessero in due di questi tre Stati e nessun altro seggio si spostasse, prenderebbero il controllo del Senato.
E’ importante, a questo proposito, ricordare il giudizio dei mercati, visto che la situazione economica, in questo momento, sembra essere la principale preoccupazione degli americani, molti dei quali ritengono insufficiente l’azione del presidente e dei dem.
Un Senato a maggioranza repubblicana rappresenterebbe una sfida difficile da affrontare, nei prossimi due anni, per il presidente Biden, poiché i repubblicani controllerebbero l’agenda del governo e potrebbero rendere molto più difficile per lui nominare i suoi candidati per la magistratura e l’amministrazione, affermano gli esperti.
Lo spettro della recessione, poi, fa più paura. Sui mercati c’è un ampio consenso ad individuare come causa scatenante il rapido aumento dei tassi di interesse e come settore più a rischio quello immobiliare, conseguenti alla politica in atto.
Anche in politica estera il presidente sembra in difficoltà. Nessuno, non solo in America, ma anche in ambito internazionale, gli ha perdonato la precipitosa ritirata delle truppe Usa dall’Afghanistan, che ha lasciato il Paese completamente in mano ai Talebani.
E molti non condividono la politica aggressiva contro Cina, Russia, Corea del Nord, Iran, India e Arabia Saudita, che sta spingendo questi Paesi a contrastare l’egemonia degli Usa. Tanto che anche la Germania di Scholz si è cautamente riavvicinata proprio alla Cina.
Il presidente dem può contare ancora sul sostegno fedele della Ue di von der Leyen e in particolare dell’Italia prima di Draghi e poi di Meloni, nell’ambito dell’alleanza Nato.
Quanto al supporto costoso e illimitato all’Ucraina di Zelensky, lo stesso Biden si è accorto che proseguire su questa strada può diventare controproducente, tanto che ha lanciato, in extremis, un altolà a Kiev.
Non è uno scenario propriamente favorevole a Biden, ma la politica americana potrebbe riservare sorprese dell’ultim’ora, contraddicendo le previsioni degli osservatori.
