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Monte Paschi: ricavi a 2,5 miliardi (-0,5%) fino a settembre 2022, perdita per 360 milioni di euro

(ANSA foto Fabio Muzzi)

MILANO – Al 30 settembre 2022 il Gruppo Mps ha realizzato ricavi complessivi per 2.248 mln di euro, in lieve calo (-0,5%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, principalmente a causa della diminuzione degli altri ricavi della gestione finanziaria, che nei primi nove mesi del 2022 scontano minori
utili derivanti dalla cessione dei titoli, un minore risultato della negoziazione e un minor contributo generato dalle partecipazioni assicurative nelle società collegate AXA.

Mps archivia comunque i primi nove mesi dell’anno con una perdita di 360 milioni di euro che si confronta con l’utile di 388 milioni realizzato nello stesso periodo del 2021. A pesare sul risultato del periodo sono i costi di ristrutturazione per gli esodi, al netto dei quali netto i nove mesi si chiuderebbero con un utili per 565 milioni di euro, grazie a un utile ante imposte di 150 milioni di euro e un positivo impatto delle tasse per 415 milioni.

Si assiste, invece, ad una crescita anno su anno del margine di intermediazione primario grazie al miglioramento del margine di interesse che ha più che compensato la riduzione delle commissioni nette legata principalmente alla volatilità dei mercati.

I ricavi del terzo trimestre 2022 registrano un calo dell’1,7% rispetto al trimestre precedente. In particolare, si assiste (ad un incremento del margine di intermediazione primario rispetto al trimestre precedente (+1,5%), grazie alla crescita del margine di interesse (+12,7%) solo in parte compensata dalla riduzione delle commissioni nette (-9,0%) e (ii) ad un incremento degli altri ricavi della gestione finanziaria trainati dal maggior contributo generato dalle partecipazioni assicurative nelle società collegate AXA. Tali dinamiche sono state più che compensate dalla riduzione degli altri proventi e oneri di gestione.

Il margine di interesse al 30 settembre 2022 è risultato pari a 1.040 mln di euro, in decisa crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+15,7%), guidata prevalentemente dal maggior contributo del comparto
commerciale, grazie ai maggiori interessi attivi sugli impieghi generati dalla crescita dei tassi e al minor costo della raccolta legato sostanzialmente alla riduzione dei volumi e dal minor costo della raccolta di mercato che ha beneficiato anche della scadenza di alcuni titoli.

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