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Silver economy: gli anziani (over50) italiani primi nel mondo per livello di spesa. Nel 2020 hanno contribuito per il 67,7%

ROMA – Dal sito italia-informa.com traiamo un’interessante notizia che proietta gli anziani italiani in primo piano per la silver economy. E’ quanto emerge dallo studio “Silver economy e invecchiamento demografico in Italia. Criticità e opportunità di business” realizzato da Rome Business School.

L’Italia, secondo le previsioni registrerà nel 2100 la più alta età mediana dell’Unione Europea con un picco di 53,6 anni, preceduta dai paesi dell’Asia orientale, con un picco di 56,5 anni in Corea del Sud e 54,7 anni in Giappone, le età medie più alte nel mondo. Oggi in Italia i Silver rappresentano il 23% della popolazione totale, pari a circa 14 milioni di persone, di cui oltre la metà donne, che diventeranno oltre 16 milioni nel 2030. A livello regionale l’incidenza maggiore di ultra 65enni si registra nel Nord-Ovest e al Centro, con un individuo su quattro, segue poi, a breve distanza, il Nord-Est con il 24,2%; più staccati le Isole con il 23,2% e il Sud con il 22,2%.

Come conseguenza di questo processo di invecchiamento, è in crescita una Silver Economy che, secondo l’autrice della ricerca, Katerina Serada, “non è uno dei ‘mercati’, ma piuttosto un’‘economia’ trasversale che sta plasmando tutti i mercati e i settori, in particolare l’edilizia abitativa, i trasporti, l’alimentazione, le assicurazioni, la tecnologia, la salute (l’e-health), le comunicazioni, lo sport, il tempo libero e i viaggi”.

Gli adulti di età superiore ai 50 anni contribuiscono al Pil mondiale per 45 miliardi di dollari ed entro il 2050 questa cifra raggiungerà i 96 miliardi di dollari. Grazie alla loro capacità di spesa in beni e servizi, nel 2020, la popolazione con più di 50 anni ha sostenuto un terzo dei posti di lavoro del mondo, ovvero poco più di 1 miliardo di posti di lavoro, generando 23 miliardi di dollari di reddito da lavoro. Si prevede che entro il 2050, gli ultracinquantenni sosterranno 1,5 miliardi di occupazioni (equivalenti al 38% dei posti di lavoro nel mondo) e il loro impatto sul reddito da lavoro sarà più che raddoppiato, raggiungendo i 53 miliardi di dollari.

L’impatto è forte quindi anche in termini di spesa: già nel 2020, l’Italia risultava al primo posto in classifica con una percentuale di spesa da parte degli over-50 del 67,7%, seguita da Hong Kong (60,8%), Grecia (60,4%) e Danimarca (60,2%). Ma l’Italia, in compenso, non è un paese per anziani, visto che tutti i recenti governi, a partire da quello Salvaitalia di Monti, a quello dei migliori di Draghi, fino a quello attuale, hanno tartassato i pensionati falcidiando gli assegni e hanno colpito duramente solo gli over50 non vaccinati comminando multe a bizzeffe.

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