Cinema: morto Lando Buzzanca, il “Merlo maschio” della commedia all’italiana


ROMA – Era il “Merlo maschio” della commedia all’italiana, Lando Buzzanca. Che se n’è andato oggi, 18 dicembre 2022, a 87 anni. È morto al Policlinico Gemelli di Roma, ucciso anche da una malattia invalidante che lo aveva colpito nel 2021 costringendolo a vivere su una sedia a rotelle. Le sue condizioni di salute si erano aggravate da più di un mese, quando era stato ricoverato in ospedale in seguito a una caduta, alcune settimane fa.
Era nato a Palermo nel 1935, Lando Buzzanca, da una famiglia di attori. Si trasferì a Roma a 17 anni per frequentare corsi di recitazione all’Accademia Sharoff, di cui è poi divenne presidente onorario. Dopo una serie di film in cui svolse il ruolo di comparsa, compreso il capolavoro Ben-Hur (dove interpretò il ruolo di uno schiavo) esordì nel 1961 sotto la guida di Pietro Germi in ‘Divorzio all’italiana’ e ‘Sedotta e abbandonata’. Nel 1964 prese parte a ‘Senza sole né luna’ di Luciano Ricci, film drammatico che raccontava la vita dei minatori durante gli ultimi mesi di scavo per il traforo del Monte Bianco.
Agli inizi della sua carriera si ritrovò spesso a interpretare il ruolo stereotipato di ‘maschio siciliano’ sciupafemmine e amante delle donne, etichetta di cui non riuscirà mai a liberarsi nel tutto. La critica non lo apprezza, inserendolo nella categoria di attore di film di serie B, ma Buzzanca riuscì a far breccia nel cuore del pubblico grazie alla sua ironia e alla sua spontaneità. Nel 1970 sbarcò in televisione con il varietà ‘Signore e signora’ (insieme a Delia Scala) riscuotendo un enorme successo. La sua battuta ‘mi vien che ridere’ rimarrà un tormentone ricordato e ripetuto dal pubblico per anni.
Sull’onda di questa popolarità venne notato a livello internazionale dopo il film ‘Il Merlo Maschio’, commedia sexy all’italiana diretta da Pasquale Festa Campanile. Negli anni successivi si ritrova quindi a girare sul set accanto a famose attrici del calibro di Claudia Cardinale, Catherine Spaak, Barbara Bouchet, Senta Berger e Joan Collins. A metà degli anni ’70 i suoi impegni cinematografici cominciarono a diminuire dal momento che l’attore siciliano non riusciva ad adattarsi all’evoluzione della commedia sexy all’italiana, che renderà celebri Alvaro Vitali, Edwige Fenech e Gloria Guida.
Buzzanca virerà sulla radio, dove sarà protagonista di ‘Gran varietà’ con il grottesco ‘Buzzanco’, erede del personaggio televisivo nato con ‘Signore e signora’. Dopo alcuni anni di impegno nel teatro, nel 2005 fa ritorno in televisione nella fiction ‘Mio figlio’, in cui interpreta il ruolo di padre di un ragazzo omosessuale. La serie si rivela un successo al punto che cinque anni più tardi arriverà il sequel ‘Io e mio figlio – Nuove storie per il commissario Vivaldi’.
In quegli anni Buzzanca visse una seconda carriera e recita anche nel film ‘I Vicerè’ di Roberto Faenza, per il quale viene candidato al David di Donatello come miglior attore protagonista e vince il Globo d’oro al miglior attore. Nel 2012 prende parte alla serie ‘Il restauratore’, che ottiene un ottimo riscontro a livello di pubblico (con più di sei milioni di spettatori) che porta alla realizzazione di una seconda stagione due anni dopo. Il suo ultimo lavoro risale al 2017, anno in cui compare nel film ‘Chi salverà le rose?’ di Cesare Furesi, al fianco di Carlo Delle Piane, nel quale i due interpretavano una coppia di anziani omosessuali. Ma nella memoria del pubblico resteranno anche quei film degli anni Settanta, che i critici da puzza sotto al naso stroncavano, ma che invece hanno un posto nel cuore degli italiani.
Cinema, Lando Buzzanca, Merlo maschio
