Skip to main content

Il «Don Carlo» di Verdi diretto da Gatti inaugura il nuovo palco del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

FIRENZE – Martedì 27 dicembre alle 19 al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino il direttore principale Daniele Gatti dirige l’Orchestra e il Coro del Maggio nel Don Carlo di Giuseppe Verdi, opera nella versione in quattro atti, che inaugura il rinnovato palcoscenico della Sala Grande; molto promettente il cast, che vede Francesco Meli come l’infante di Spagna Don Carlo che ama senza speranza Elisabetta di Valois, interpretata da Eleonora Buratto, Mikhail Petrenko nel ruolo del sovrano “severo e terribile” Filippo II; quanto a Rodrigo, Marchese di Posa, amico fedelissimo di Carlo, è interpretato da Roman Burdenko e da Massimo Cavalletti (nella recita dell’8 gennaio), Ekaterina Semenchuck interpreta la gelosa e impetuosa Principessa Eboli, Alexander Vinogradov è Il Grande Inquisitore. Evgeny Stavinsky è Un Monaco, Nikoletta Hertsak e Aleksandra Meteleva (nelle recite del 5 e 8 gennaio) interpretano Tebaldo, paggio di Elisabetta; Joseph Dahdah nel doppio ruolo de Il Conte di Lerma/Un araldo reale; Benedetta Torre è Una voce dal cielo, mentre un gruppo nutrito di artisti ed ex artisti dell’Accademia del Maggio interpreta i Deputati fiamminghi: Matteo Mancini, Volodymyr Morosov, Matteo Torcaso, Eduardo Martínez Flores, Davide Piva, William Hernandez, Lodovico Filippo Ravizza e Roman Lyulkin. La regia è di Roberto Andò.

Altre quattro sono le recite previste: il 30 dicembre e il 3 e 5 gennaio 2023 alle 19 e l’8 gennaio 2023 alle 15.30. Grazie alla Fondazione CR Firenze, la recita del 5 offerta con uno sconto del 50% sui biglietti di ogni settore.

Si giunge con il Don Carlo di Giuseppe Verdi, composto nella versione originale francese fra il 1864 e il 1865 e rivisto nell’edizione italiana in quattro atti nel 1884, all’ultimo titolo del Festival d’Autunno del Maggio; i programmi fatti quando ancora si pensava che i lavori sul palco principale sarebbero durati fino al 31 dicembre e non fino a settembre (ma ancora ci vorranno altri due mesi perché tutto sia rifinito) prevedevano la versione francese in cinque atti, ma saggiamente si è poi pensato che anche mezz’ora di musica in più, con un calendario di prove in loco ridotto all’osso, avrebbe potuto essere un fattore di rischio (nella riduzione, dovuta allo scarso successo della versione originale, Verdi eliminò tutto il primo atto, salvo l’aria del protagonista Io la vidi e il suo sorriso, e i ballabili). Don Carlo è il quarto lavoro di Verdi basato su un soggetto di Friedrich Schiller, col libretto scritto da François-Joseph Méry e Camille du Locle e tradotto poi in italiano da Achille de Lauzières e Angelo Zanardini. L’opera, messa in scena al Maggio quattro volte nella versione italiana in 4 atti e tre in quella francese in 5 atti, segna l’apertura del nuovo tecnologico palcoscenico della Sala Grande del Teatro.

Così in conferenza stampa Daniele Gatti ha presentato l’opera: “Torno a dirigere il Don Carlo dopo 14 anni, dopo lo spettacolo del 7 dicembre 2008 alla Scala: è un’opera che ho sempre amato nel profondo, ricca di contrasti drammaturgici fra ciò che è il concetto di potere e ciò che è l’aspetto più intimo dei personaggi. Tornare su una partitura simile dopo anni, mi ha affascinato. Ho la fortuna di averlo potuto fare insieme a un cast decisamente sensibile, dotato di una grande capacità di condividere un’idea o un percorso drammaturgico e musicale. Chi conosce il mio approccio alla direzione sa che non amo forzare vocalmente gli artisti con cui lavoro, cercando così di sfruttare al meglio i ‘colori’ delle loro voci e, con gli spazi notevoli della Sala Grande, temevo di non poter sfruttare queste esigenze drammaturgiche. Poi ho pensato che questo potesse essere idealmente spunto quasi per una ‘collaborazione’ fra noi e il pubblico, che può spingersi in avanti sulle poltroncine, venendoci ‘letteralmente incontro’ per poter godere di queste mille sfumature vocali che caratterizzano la costruzione musicale dell’opera. Un modo, questo, per poter ricreare quell’intimità che sussiste fra palcoscenico e platea”. Il maestro Gatti si è concentrato poi sul personaggio di Filippo II, uno dei cardini dell’opera e sul lavoro con Roberto Andò: “A livello narrativo una grande attenzione è stata data a Filippo II, la cui figura è stata letteralmente ‘scarnificata’, anche dalla sua forza esteriore: dentro, nel suo cuore, c’è solo un mare di malinconica solitudine. Forse il personaggio che più cambia e si trasforma nel corso narrativo dell’opera. Leggere quest’opera facendo capire che chi gestisce il potere è anche colui che è permeato da questa solitudine abissale è davvero uno dei motivi per cui so che un’opera come il Don Carlo non si smette mai di scoprirla e non smette mai di insegnare. Splendido inoltre è stato lavorare con Roberto Andò per la prima volta: è un partner ideale, grande sintonia durante le prove.” Gatti ha poi chiuso il suo intervento con una considerazione sull’interpretazione delle opere verdiane:  “Un lavoro di ‘rivisitazione’ può sembrare arido, un’interpretazione secca. La sfida è in parte anche questo; riuscire noi, come compagnia musicale, a dare “un’interpretazione dell’interpretazione”. Con Verdi siamo di fronte al più geniale psicologo e regista in musica che si possa trovare; in alcune parti è proprio lui che indaga la parte psicologica del personaggio: se noi abbiamo l’umiltà di capire questo, possiamo lavorare per essere al ‘servizio’ di una regia già scritta da Verdi sottotraccia ma che  – attenzione – non vuol dire copiare la partitura, ma comprenderla, assimilarla e capirla. Ci sono dei passaggi musicali che mostrano chiaramente come già il compositore stesso indagasse la psiche dei suoi protagonisti. Cercheremo d’illuminare quest’opera in alcuni aspetti che non sono legati a un’estemporaneità dell’interpretazione. La visione di un direttore in questo deve evolversi, lasciandosi guidare dal vero demiurgo, in questo caso Giuseppe Verdi.”

Visibilità limitata e ascolto: 15€ – Galleria: 50€ – Palchi B: 80€ – Palchi A: 150€ – Platea 4: 80€ – Platea 3: 110€ – Platea 2: 150€ – Platea 1: 200€; biglietti in vendita anche direttamente sul sito del Maggio, senza sovrapprezzo

Commenti (1)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
Firenzepost small logo