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Natale 2022: recessione soft. Grazie al crollo del prezzo del gas. Risale la fiducia. Confesercenti: “Si può sperare”

Natale

Da uragano a tempesta tropicale. La maxi-recessione da shock energetico che ci si aspettava non più di due mesi fa, al momento, somiglia più a una recessione soft, grazie ai prezzi del gas crollati ai livelli pre-guerra. E a tirare un sospiro di sollievo sono soprattutto le imprese, visto che l’inflazione al galoppo colpisce soprattutto le famiglie e spesso ‘fa bene’ agli utili. Il resto lo fanno le feste e la voglia di stappare bottiglie e farsi regali nel primo vero Natale dopo due anni pesantemente condizionati dal Covid. Potrebbe essere questa la sintesi degli ultimi dati offerti dall’Istat, con un secondo mese di fila di ripresa di fiducia di consumatori e imprese che fa il paio con il trend visto in Germania, improbabile ‘partner’ dell’Italia nella sfida del gas lanciata da Mosca.

TASSI – Numeri che però rafforzano la svolta da ‘falco della Bce nella convinzione – ribadita ieri dal vice presidente Luis de Guindos – che al netto di sorprese negative i tassi nei prossimi mesi si possono ancora alzare al ritmo di mezzo punto per volta. Nella stima flash dell’Istat per dicembre il clima di fiducia dei consumatori sale da 98,1 a 102,5, quello delle imprese viaggia anche più alto e sale da 106,5 a 107,8. Per i primi vanno bene il clima economico e le aspettative, meno bene i giudizi sul bilancio famigliare colpito da un’inflazione a un soffio dal 12%. Per le imprese la fiducia migliora in tutti i comparti – specie nelle costruzioni e nel commercio e turismo: nei primi nove mesi del 2022 c’è un forte recupero anche se le presenze dei clienti negli esercizi ricettivi sono ancora circa 39 milioni in meno rispetto al 2019. L’eccezione negativa per la fiducia p la manifattura.

USA – Dove un aiuto potrebbe arrivare dalla crescita migliore del previsto negli Usa – anche qui uno scampato allarme per ora – e dell’ulteriore calo del prezzo del gas, che solo nell’ultima settimana ha segnato -40%. Del resto anche in Germania l’indice Ifo sulla fiducia delle imprese a dicembre è salito a 88,6, più delle attese degli economisti che stimavano un incremento a 87,5. Tanto da aver indotto l’istituto di ricerca a stimare per il 2023 una recessione di appena -0,1% nel 2023, più debole del previsto (Istat stima invece un +0,4%). Meno roseo il quadro dell’indice Zew sulle condizioni economiche, ma con aspettative anche qui in ripresa. Un clima da scampato pericolo, con tutte le cautele del caso. In particolare dell’incertezza ai massimi visto che tutto è legato al quadro dell’invasione russa dell’Ucraina dove spiragli non se ne vedono.

CONFESERCENTI – Col rischio di un indebolimento strutturale della competitività dell’industria europea. Lorenzo Codogno di Lc Capital Markets avverte che dalla “nuova normalità” emergeranno “problemi specifici per l’area euro e l’Italia” che al momento sono tenuti a bada nella misura in cui il “puzzle” geopolitico scampa ulteriori traumi. Sul piano più immediato, Confesercenti vede nei dati di oggi “un’inversione di tendenza che ci fa sperare” ma nota anche le maggiori difficoltà delle famiglie colpite dall’assalto alla diligenza dell’inflazione non più solo energetica: “nonostante il recupero di novembre e dicembre, per i consumatori siamo ancora ben lontani” dai livelli dello scorso anno. Confcommercio si sofferma sulla “voglia di tornare alla normalità” che con la prosecuzione della politica dei sostegni pubblici a imprese e famiglie, lascia “ben sperare anche per i prossimi difficili mesi”.

CODACONS – Le associazioni dei consumatori, come il Codacons, vedono nella fiducia un “effetto Natale” e le attese per il nuovo governo appena insediato. Bene il prosieguo degli aiuti contro il caro-energia, anche se per il resto della legge di bilancio lato finanziaria e governo l’Aduc vede “tutto un rimando e una proroga”. Federconsumatori, invece, evoca un “eccesso di ottimismo trainato dalle festività” e invita il governo a non abbassare la guardia, prendendo invece “provvedimenti urgenti e maggiormente incisivi, prima di tutto per contrastare la povertà e ridurre le crescenti disuguaglianze”. Ma intanto, dai, è Natale. Possiamo farci gli auguri con l’animo più sollevato.


Sandro Bennucci

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