Iran, Raisi spietato: “Nessuna misericordia per chi protesta nel Paese”. Onu, Ue e Italia ora prendano provvedimenti concreti
TEHERAN – Il regime iraniano annuncia ufficialmente altri arresti e violenze, fino alla morte, contro chi protesta. “Non mostreremo misericordia ai nemici”: lo ha dichiarato nel corso di una cerimonia il presidente iraniano Ebrahim Raisi, riferendosi alle proteste antigovernative nel Paese. Lo riporta Bbc Persia. Bene: è arrivato il momento – per l’Onu e per tutte le democrazie, a cominciare dai Paesi Ue e dall’Italia in particolare – di prendere non solo le distanze, ma anche d’interromprere contatti commerciali e relazioni con un regime che, come denunciò, il presidente Mattarella, “uccide i suoi figli”.
Raisi ha definito “un disturbo” le proteste iniziate in risposta alla morte di Mahsa Amini mente era sotto la custodia della polizia morale. L’agenzia di stampa iraniana degli attivisti per i diritti umani (Hrana) ha stimato oggi che 507 manifestanti hanno perso la vita tra il 27 ottobre e il 5 gennaio durante le proteste. Il numero dei detenuti è compreso tra 14.000 e 16.000.
Il comandante in capo delle forze di polizia iraniane, intanto, ha confermato la notizia dell’uccisione di Saha Etebari, bambina di 12 anni colpita dal fuoco degli agenti del regime contro l’auto su cui viaggiava assieme ai suoi genitori nella provincia di Hormozgan. Lo scrive Bbc Persia aggiungendo che è stato emesso un ordine speciale per indagare sulla vicenda.