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Serbia: il presidente Vucic ordina lo stato di massima allerta ai confini col Kosovo

Serbia
Esercito serbo EPA/SRDJAN SUKI

BELGRADO – Un altro focolaio di guerra si sta annunciando in Europa, vicino all’Italia, nella zona sempre delicata dei Balcani. Il presidente serbo Aleksandar Vučić ha proclamato lo stato di massima allerta per l’Esercito e le forze di polizia del Paese balcanico. Senza che la Ue abbia potuto fare niente per evitarlo, nonostante molteplici riunioni alle quali hanno partecipato suoi esponenti.

Nel darne notizia, i media a Belgrado riferiscono che la decisione è stata presa per la necessità di difendere la popolazione serba di fronte a quelle che vengono ritenute le crescenti provocazioni e minacce alla loro sicurezza e incolumità fisica da parte delle autorità di Pristina, capitale del vicino Kosovo.

I timori riguardano in primo luogo un possibile intervento della polizia e delle forze di sicurezza kosovare per rimuovere i blocchi stradali e le barricate che i serbi locali attuano da 17 giorni nel nord del Kosovo per protesta contro l’arresto ritenuto ingiustificato di tre serbi e per l’invio al nord a maggioranza serba di massicce forze di polizia kosovara. Una protesta che riguarda tuttavia la generale politica della dirigenza kosovara, ritenuta ostile e discriminatoria nei confronti dei serbi del Kosovo.

Il ministro degli esteri Ivica Dacic, ha detto da parte sua: “Noi siamo per la pace e il dialogo, ma se si arrivasse ad attacchi fisici e all’uccisione di serbi, e se la Kfor non dovesse intervenire, la Serbia sarà costretta a farlo”. Dacic ha ricordato le 3 linee rosse che Belgrado ritiene invalicabili: la creazione della Comunità delle municipalità serbe in Kosovo; il fermo no all’indipendenza del Kosovo e alla sua eventuale ammissione all’Onu e ad altre organizzazioni internazionali; difesa della sicurezza e dell’incolumità fisica dei serbi del Kosovo.

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