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Ciclismo: due ori e un argento, grande Italia agli europei su pista

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GRENCHEN (SVIZZERA) – Azzurri tre volte sul podio. Due su quello più alto. L’Italia del ciclismo batte i colpi che il mondo dello sport si attendeva. Con tre medaglie al collo e due titoli continentali raccoglie i primi frutti del lavoro di questi mesi. L’ultimo ora della giornata arriva nell’inseguimento a squadre uomini.

Nelle qualificazioni della mattina (3’48″333) scendono in pista Ganna, Consonni, Moro e Milan. Nella finale contro la Gran Bretagna campione del mondo in carica, Lamon prende il posto di Consonni, impegnato pochi minuti prima nella corsa a punti. L’Italia parte forte e sembra controllare agevolmente la gara. Ai 3000 metri un’incertezza nel cambio scompiglia le carte e permette ai britannici di rifarsi sotto, ma sempre a distanza di sicurezza. Il riscontro crono di 3:47.667 vale l’oro il nuovo record della pista. Lucida l’analisi di Filippo Ganna.

“Il livello si è alzato e noi siamo arrivati a questo appuntamento con poca preparazione alle spalle. Volevamo dimostrare di esserci e che la Gran Bretagna vista all’opera ai mondiali dello scorso anno era alla nostra portata. In finale siamo andati forte, veramente forte, e forse siamo stati anche un po’ fortunati, perché ad un certo punto abbiamo sbagliato qualcosa e rischiato di disunirci”.

La prova naviga nell’incertezza fino a metà gara, poi Consonni prende il comando delle operazioni e comincia a inanellare volate, alternandosi al comando con il francese Grondin: “Lo scorso anno mi ha battuto nell’Omnium proprio nell’ultima volata. Oggi mi sono preso la rivincita. Dopo 20 giri mi sono reso conto di avere qualcosa in più degli altri. Ho cercato di ritrovare il ritmo per poi fare la differenza. Sono veramente contento: ho avuto un ottimo inizio di stagione. Adesso attendo con tranquillità le prossime gare di questo Europeo, poi potremo stilare un bilancio esatto”.

In mezzo ai due ori l’argento delle azzurre. Nulla può il quartetto femminile in finale contro le britanniche trascinate dalla solita Archibald. Al primo turno corrono Balsamo, Paternoster, Fidanza e Guazzini. Nella finale la Paternoster lascia il posto a Martina Alzini. La tattica è quella di partire forte e tenere sotto pressione le britanniche, nella speranza che la terza frazionista salti. Riesce solo in parte, perché quando questo accade, le azzurre a loro volta entrano in difficoltà e non ne approfittano.

Elisa Balsamo parla a nome di un gruppo che si rammarica per l’occasione persa: “Contavano i punti ai fini del ranking e quindi prendiamo quello che di buono è giunto da questi Europei. Eravamo convinte di riuscire a superare la Gran Bretagna ma non siamo state brave a sfruttare l’occasione. Bisogna accettare anche le sconfitte e guardiamo avanti”. Infine l’analisi del dt Marco Villa. “Con l’approssimarsi delle Olimpiadi livello complessivo si è alzato notevolmente e nessun risultato è scontato. Oggi siamo stati bravi ad ottenere quasi il massimo a disposizione. Siamo solo all’inizio e bisogna continuare a lavorare. Le medaglie d’oro e l’argento delle rocketgirls proiettano l’Italia in testa al medagliere. Domani si torna in pista ed è ancora presto per festeggiare; oggi però abbiamo dimostrato che se gli altri crescono, cresciamo anche noi”.


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Paulo Soares

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