Ex Gkn, tavolo di crisi. Governo: “Ritirare la messa in liquidazione”

FIRENZE, 24 FEB – Si è svolto oggi, 24 febbraio 2023, il tavolo convocato dal Ministero delle imprese e del Made in Italy per la vertenza della ex-Gkn di Campi Bisenzio (Firenze). E’ stata la prima volta che si è seduto al tavolo il liquidatore di Qf spa, Salvatore Sarcone, in carica da soli due giorni. Ma l’orientamento del governo, sulla stessa linea impostata dalle istituzioni locali e dai sindacati, è per il ritiro della messa in liquidazione decretata, con atto del 9 febbraio scorso, dal patron Francesco Borgomeo, mettendo a disposizione il Fondo del credito per le cooperative e il Fondo di salvaguardia di Invitalia.
“Ho chiesto al liquidatore di avere risposte in tempi celeri perché dobbiamo avviare il prima possibile un percorso di reindustrializzazione, insieme agli enti locali, e di salvaguardia dei livelli occupazionali”, ha dichiarato il sottosegretario Fausta Bergamotto. Tuttavia, secondo quanto emerso, l’ipotesi di un ritiro della procedura di liquidazione non è condiviso da Borgomeo, il quale aveva rilevato dalla multinazionale Gkn la fabbrica fiorentina, nel tentativo, fin qui infruttuoso, di implementare un progetto di reindustrializzazione.
In una nota diffusa in serata, Sarcone ha affermato di “confidare nella piena e fattiva collaborazione di enti ed istituzioni, nonché delle organizzazioni sindacali, al fine di individuare la migliore soluzione che consenta, ove possibile, anche la continuità produttiva e la tutela dell’occupazione, tenuto conto che la messa in liquidazione della società non preclude il perseguimento di tali obiettivi”.
Del tutto diversa la posizione dei sindacati, schierati compattamente per il ritiro della procedura, e per la richiesta di un intervento diretto dello Stato. Un appello condiviso dalla Rsu ex Gkn: “Ritiro della liquidazione, pagamento immediato del dovuto, messa a disposizione dello stabilimento alla reale reindustrializzazione, commissariamento di Qf, intervento pubblico”. Il sindacato Usb chiede anche un decreto ‘salva-Automotive’, come per l’Ilva.
La Regione Toscana, nel frattempo, prosegue nella propria azione di scouting per trovare nuovi investitori, “Cerchiamo di tenere alte le antenne – ha dichiarato il governatore Eugenio Giani – per cogliere se c’è anche un’iniziativa imprenditoriale che possa rilevare un patrimonio produttivo fondamentale in questa Toscana, e queste 280 persone. Tanti sono gli operai che, ormai da quattro o cinque mesi, non ricevono stipendio”.
