Figli di coppie omosessuali: Senato boccia le regole Ue. Centrodestra compatto
ROMA – Con la maggioranza di centrodestra compatta, è stata bocciata dalla commissione politiche europee del Senato, la proposta di regolamento per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l’adozione di un certificato europeo di filiazione. La risoluzione della maggioranza – contraria alla proposta di regolamento e presentata dal relatore, il senatore Giulio Terzi di FdI – è passata con 11 voti favorevoli e 7 contrari. Anche le opposizioni si sono messe insieme votando “no” alla proposta di Terzi, ma non aveva i numeri per ostacolare la posizione di chi governa.
Le posizioni
Lucio Malan, capogruppo di Fdi al Senato, ad Agorà Rai Tre ha dichiarato: “L’Unione Europea ci chiederebbe obbligatoriamente di registrare in Italia i cosiddetti figli di due padri o di due madri, solo perché sono stati registrati all’estero. Noi riteniamo che questa sia una materia che riguarda gli Stati membri, in questo caso l’Italia, e deve essere regolata da proprie leggi. Perché altrimenti succede che anche coppie italiane magari avvalendosi della schiavitù delle donne attraverso l’utero in affitto, per cui i bambini diventano merce che si acquista e le donne strumenti da affittare sarebbero fatti all’estero e poi vengono portati in Italia. Noi ci opponiamo a questo”.
Raffaella Paita, capogruppo diAzione-Italia Vivaal Senato: “La nostra risoluzione prevede il via libera al Certificato di filiazione europea per tutelare i diritti dei minori ma allo stesso tempo inserisce, nettamente, nelle premesse, il fatto che la gpa (gravidanza per altri ndr) costituisca un reato.
L’eurodeputata delPd Alessandra Moretti: “Con una circolare il governo annulla il riconoscimento dei figli nati dalle coppie gay. Per la Meloni ed i suoi prefetti questi bambini sono solo figli di serie b. Un altro passo indietro sullo stato di diritto. Non credevamo di dover ricordare alla prima mamma presidente del Consiglio che i figli sono tutti uguali”.
Movimento 5 stelle Alessandra Maiorino: “Hanno ragione le Famiglie Arcobaleno a denunciare una discriminazione intollerabile. Il sindaco Sala invoca una legge ad hoc, sappia che noi l’abbiamo l’abbiamo presentata fin dalla scorsa legislatura e auspichiamo che tutte le opposizioni facciano fronte comune per riconoscere anche in Italia il matrimonio egualitario è il riconoscimento e l’adozione dei figli alle coppie lgbt e monogenitoriali“.
Immediato anche il comunicato del partito Gay LGTB: “In risposta alla circolare del Ministero degli Interni, che vieta le trascrizioni degli atti di nascita, chiediamo al sindaco di Milano Sala ed agli altri sindaci di fare disobbedienza civile e trascrivere i certificati di nascita, come in USA negli anni ’50 i sindaci che si opponevano ai divieti dei matrimoni interrazziali. Quando, una norma è ingiusta e discriminatoria chi fa politica deve avere il coraggio di disobbedire”.
“Lo stop che il Comune di Milano è costretto a comunicare è una delle manifestazioni più concrete della furia che la maggioranza di destra sta scatenando contro le persone lgbti”, ha detto Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. “Siamo sotto attacco riceviamo quotidianamente notizie di provvedimenti e proposte normative di questa maggioranza volte a comprimere, abolire, cancellare il riconoscimento di diritti- prosegue Piazzoni – Milano è solo uno dei casi, il paradigma pare essere quello di allineare l’Italia a Paesi come l’Ungheria, dove alla negazione dei diritti corrispondono tassi di violenza altissimi e un clima sociale persecutorio ai danni delle persone lgbti. Mai come in queste settimane, in cui abbiamo misurato il tasso di inumanità di questo governo, abbiamo sentito questa deriva come incombente”.