Tramvia al Duomo, retromarcia dell’assessora Del Re: “Mi scuso con Nardella e con i giornalisti, mi sono spiegata male”
FIRENZE – Contrordine. Anzi: retromarcia. Cecilia Del Re, assessora all’urbanistica, fa sapere, attraverso un comunicato, di essersi spiegata male. Non vuole portare la tramvia al Duomo. E si scusa con il sindaco, Dario Nardella, e anche con i giornalisti perchè, lei sostiene, non si è spiegata bene. Stop all’idea. Tutto torna nell’alveo. E la parte di chi non ha capito la fanno, ancora una volta, i giornalisti. Che invece avevano capito benissimo.
“Ieri – scrive Cecilia Del Re- ho sottolineato in un passaggio l’importanza della tramvia sia per collegare il tessuto produttivo della città nei quartieri più periferici, sia per rendere accessibile il cuore del centro storico. La realizzazione di nuove tramvie è infatti uno dei temi centrali del programma di mandato del sindaco Nardella, a cui va la mia piena fiducia, e al quale tutta la Giunta e il gruppo Pd sta lavorando. Nel Piano operativo che abbiamo esaminato non è presente né la staffa in via Martelli né il passaggio al Duomo”
E ancora: “Ogni polemica scoppiata non rappresenta quindi una mia proposta di modifica del Piano operativo in tal senso. Mi spiace e mi scuso con il sindaco, e anche con i giornali, se nelle mie interlocuzioni non sono stata chiara sul piano. Ho comunque rimandato al concetto e alle mie parole espresse in Consiglio sul tema dell’accessibilità del centro storico, che è parte del programma di mandato – ha aggiunto -. Ribadisco che non è una mia proposta sul piatto, né l’amministrazione è al lavoro su questo fronte perché è sopito da tempo. Mi dispiace questa strumentalizzazione e questo clamore, e che una riflessione a seguito della proposta formulata dal gruppo e in seno anche al partito durante l’ultima riunione sul piano operativo abbia suscitato questa situazione di apparente conflitto”.
Per Cecilia Del Re “ogni scelta riguardo ai tracciati della tramvia sarà ovviamente presa dal sindaco e questo è stato chiarito anche oggi in giunta durante un incontro molto franco”. Ai cronisti non resta che riportare la nota, consapevoli però di aver fatto solo il loro mestiere. Anche se prevale, ancora una volta, quella che un tempo si chiamava “ragion di stato”. Ma quale?