Skip to main content

Ristoratore IoApro assolto dal tribunale di Firenze: rimosse i sigilli durante il lockdowm covid

mascherine anti covid (Foto d’archivio)

FIRENZE – Assolto dal tribunale di Firenze, Momi El Hawi, ristoratore tra i fondatori del movimento IoApro, finito a giudizio con l’accusa di aver rimosso più volte i sigilli al suo ristorante durante il lockdown, tenendo aperto il locale nonostante le norme anti Covid.

E’ lo stesso El Hawi a comunicare l’assoluzione sui social. “Il giudice del tribunale ordinario mi assolve in formula piena – scrive l’imprenditore – dopo due anni neri per la storia dei diritti umani, portiamo a casa una grande vittoria. Ho rimosso 10 volte i sigilli alla mia attività, perchè sicuro di stare rispettando le regole della Costituzione ma soprattutto del buonsenso. Hanno fatto di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote, farmi chiudere e rinchiudermi in galera buttando la chiave. Ma se quello che fai è giusto, che la strada è quella, devi fare solo una cosa: continuare a camminare. E ora, comincio a giocare io la mia partita, non pensate di cavarvela così finché giustizia non sarà totale”. 

Per dieci volte rimosse i sigilli e riapri il ristorante “Da Tito” in piena pandemia. Il tribunale di Firenze ha dichiarato non punibile Mohamed El Hawi, difeso dall’avvocato Lorenzo Nannelli, per particolare ‘tenuità del fatto’.

“E’ pacifico e non contestato” che il ristoratore strappò i sigilli ma la situazione “emergenziale ed eccezionale in cui i reati sono stati commessi – scrive il giudice Paola Belsito nella motivazione della sentenza -, la condizione di evidente e oggettiva difficoltà in cui l’imputato si è trovato a operare dopo mesi di blackout e con la necessità di guadagnare per vivere e per fare fronte agli impegni presi verso terzi, appaiono caratterizzati da un grado minimo di offensività e dunque non meritevoli di applicazione in concreto della sanzione”.

Per aver aperto il locale violando la normativa antiCovid, ha ricostruito la sentenza, El Hawi venne sanzionato, ma non solo non aveva pagato le multe, aveva anche impugnato le ordinanze d’ingiunzione di pagamento. Poi il giudice di pace, nel febbraio 2023 ha accolto un ricorso contro una multa da 400 euro, ritenendo che il ristoratore avesse agito “in stato di necessita”, in buona sostanza costretto a chiudere la pizzeria e ciò ha comportato un grave danno economico per lui, per i dipendenti e le loro famiglie. Tale provvedimento del giudice di pace non è stato trascurato dal tribunale.

“Si tratta di una vittoria molto importante per Momi e in generale per il movimento IoApro – afferma l’avvocato Nannelli – Il tribunale ha riconosciuto che l’imposizione della chiusura dell’esercizio operata dai vari Dpcm costituiva una sorta di ‘condanna a morte’ nei confronti del ristorante-pizzeria Da Tito, …ecco perché Momi facendosi promotore della protesta #IoApro (divenuta celebre proprio da gennaio 2021 a livello nazionale) non ha fatto altro che cercare di sopravvivere esercitando il proprio inalienabile diritto al lavoro (nonché dei propri dipendenti) ed alla libera iniziativa economica, entrambi diritti fondamentali tutelati dalla nostra Costituzione”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
Firenzepost small logo