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Zelensky rifornito di carri armati, missili, droni a lungo raggio. Grazie a Italia, Germania, Francia e soprattutto Londra

Leopard tedesco

E’ tornato a Kievi carico di “doni” da tutt’Europa, Volodymyr Zelensky: carri armati, missili, droni a lungo raggio. E soprattutto qualche spiraglio sugli agognati caccia occidentali. Infatti chiude il suo tour twittando tutta la soddisfazione dall’aereo che lo riporta verso casa: “Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna. Torniamo con nuovi pacchetti di difesa. Più armi nuove e potenti per la prima linea, più protezione per il nostro popolo dal terrore russo, più sostegno politico”.

SUNAK – E ancora: “In tutti gli incontri abbiamo discusso della nostra formula di pace, e ora c’è più disponibilità da parte dei nostri partner a seguirla. C’è più sostegno alla nostra adesione all’Ue, più comprensione sul fatto che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato sia inevitabile”. L’ultima tappa è stata quella di oggi a Londra. Dall’amico britannico Sunak – che nella residenza dei Chequers lo ha paragonato nientemeno che a Winston Churchill – Zelensky ha incassato l’impegno alla fornitura di altre centinaia di missili di difesa aerea e “nuovi droni d’attacco a lungo raggio con una portata di oltre 200 km”. Oltre che l’avvio, già da quest’estate, dell’addestramento dei suoi piloti sugli F16.

CREMLINO – Armi che “porteranno solo ulteriori devastazioni”, le ha liquidate il Cremlino, che intanto deve mandare giù le ennesime esplosioni nel territorio occupato di Lugansk, dove il sedicente ministro dell’Interno filorusso della regione, Igor Kornet, è rimasto “gravemente ferito” in un attentato dal barbiere nel centro dell’omonima città. Stavolta sono stati gli stessi media ucraini, citando fonti della sicurezza, a svelare il ruolo dei servizi segreti di Kiev dietro l’attentato. Fondamentale ad ogni modo per Zelensky si è rivelata la sponda del premier Sunak per la creazione della “coalizione per i jet” da fornire all’Ucraina. “Nel prossimo futuro sentirete alcune decisioni molto importanti, ma dobbiamo lavorarci ancora un po’”, ha spiegato il leader ucraino. Intanto Londra addestrerà i piloti, in un impegno che va “di pari passo con gli sforzi del Regno Unito per lavorare con altri Paesi sulla fornitura” dei tanto desiderati F16. In questo senso, il premier britannico ha lanciato un appello globale agli alleati occidentali per sostenere militarmente l’Ucraina “in questo momento cruciale”. Il riferimento è alla controffensiva, sulla quale Zelensky continua a non sbottonarsi ribadendo che ci vorrà altro tempo prima del suo avvio. Anche se al fronte di Bakhmut la storia sembra diversa: l’esercito ucraino ha rivendicato di aver ripreso fino a 2 km quadrati negli ultimi due giorni, e lo stesso comandante delle truppe di terra ucraine Oleksandr Syrsky ha riconosciuto come “l’avanzata delle nostre truppe nell’area di Bakhmut è il primo successo dell’offensiva”, parlando in ogni caso di operazioni a difesa della città.

MARIUPOL – Nel frattempo i russi si preparano: a Mariupol ci sono fortificazioni in città e nei villaggi vicini e, secondo l’intelligence di Kiev, 152.000 truppe russe restano nei territori occupati di Kherson e Zaporizhzhia. Di fronte alle manovre militari e mentre le bombe continuano a cadere – quattro i civili uccisi ad Avdiivka in un attacco che ha colpito un ospedale – sembra non esserci spazio per una soluzione politica del conflitto. Con la mediazione del Vaticano sgonfiata dallo stesso Zelensky (che pure ha definito “abbastanza incoraggiante” il colloquio con il Papa), gli occhi sono puntati sulla missione in Europa dell’inviato cinese Li Hui, che da domani sarà prima a Kiev e poi a Mosca – passando per Polonia, Francia e Germania – negli sforzi di Pechino per trovare una soluzione alla crisi.

MAR BALTICO – Nel frattempo però Kiev si allontana dal blocco orientale e spinge per entrare nell’Ue e per ricevere un invito formale nella Nato, anche questo argomento affrontato nel tour europeo di Zelensky. “È tempo di rimuovere la più grande incertezza sulla sicurezza in Europa, ovvero approvare una decisione politica positiva sull’adesione” all’Alleanza, ha detto il leader ucraino. Ma finché la guerra continua, è chiaro a tutti che l’ingresso non ci sarà. Nel frattempo le tensioni tra la Nato e la Russia si fanno di nuovo concrete sul Mar Baltico: il ministero della Difesa russo ha riferito di aver fatto decollare uno dei suoi caccia per intercettare due aerei militari – uno francese e uno tedesco – accusati di voler “violare il confine” russo. 

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Ernesto Giusti


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