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Morte di Andrea Purgatori: due medici indagati per omicidio colposo

Andrea Purgatori

ROMA – Arrivano i primi indagati nell’inchiesta per la morte del giornalista Andrea Purgatori: si tratta di due medici di una struttura diagnostica di Roma. Il procedimento, avviato dopo la denuncia presentata ai carabinieri dai familiari, è condotto dai pm coordinati dall’aggiunto Sergio Colaiocco: i quali contestano ai due il reato omicidio colposo.

Si tratta del primo atto formale effettuato dagli inquirenti che stanno anche acquisendo le cartelle cliniche e i referti di esami svolti dal giornalista in almeno tre strutture private. Risposte importanti sulla causa della morte arriveranno, comunque, dall’autopsia. L’attività peritale verrà svolta la prossima settimana all’Istituto di medicina legale di Tor Vergata. Il medico legale effettuerà anche un tac e se necessario verrà chiesta una ulteriore consulenza.

Obiettivo è accertare, così come richiesto dai familiari in una denuncia dettagliata citata oggi dal quotidiano Domani, cosa abbia causato in poche settimane il decesso di Purgatori e se ci siano stati errori sia nella diagnosi che nelle cure effettuate. Una vicenda che, di fatto, si consuma in tre mesi. Stando a quanto messo nero su bianco dai familiari, assistiti dagli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni Silveri, il 24 aprile il conduttore di Atlantide si è recato in una clinica privata per effettuare controlli alla luce di uno stato di spossatezza.

Gli esami strumentali restituiscono però parametri sballati e viene effettuata anche una biopsia. La parola quindi passa ad una altra struttura specializzata da cui arriva però, e siamo ad inizio maggio, la drammatica diagnosi: una forma tumorale diffusa in varie zone del corpo, ai polmoni e al cervello. A comunicarlo è uno dei due medici finiti poi nel registro degli indagati. Viene quindi immediatamente disposta una massiccia radioterapia che il giornalista effettua in una terza clinica. Le condizioni restano stabili fino a metà maggio, Purgatori continua a lavorare, tanto da registrare una puntata del programma Atlantide, poi però il quadro comincia a peggiorare. Dagli esami a cui si sottopone arrivano elementi incoraggianti, ma Purgatori continua a stare male, a peggiorare.

A giugno si sottopone ad una tac nella prima clinica in cui si era recato ad aprile. Il referto, sempre secondo quanto riferiscono i familiari nella denuncia, è inaspettato: nessuna traccia di metastasi al cervello, solo tracce di ischemie cerebrali. Un quadro confermato anche da un’ulteriore risonanza effettuata in altra struttura.

Le condizioni del giornalista continuano, però, a precipitare. Viene ricoverato in uno dei policlinici della Capitale. Lì ai familiari viene confermata la prima diagnosi. A comunicarlo, secondo quanto riferito dai familiari, è uno dei firmatari del referto emesso ad inizio maggio con la prima drammatica diagnosi. Pochi giorni dopo Purgatori muore. 

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