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Giorgetti a Cernobbio: “Il superbonus fa venire mal di pancia”. Meloni a Monza: “Il governo deve correre”

Il ministro Giorgetti a Cernobbio (foto dalla pagina FB The European House-Ambrosetti)

E’ alta la popolarità del governo, fra i partecipanti al Forum Ambrosetti, a Cernobbio, che da 49 anni si svolge a Villa d’Este, sul Lago di Como. Solo gli extraprofitti sulle banche tassati dal governo c’è stata riprovazione. Ma l’intervento del ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, è apprezzato. Giorgetti mette nel mirino il Superbonus con i costi impazziti. “Quando ci penso mi viene il mal di stomaco”, dice senza problemi. Nonostante che Conte sia lì proprio per magnificare un provvedimento che, parole del ministro, “ingessa il bilancio pubblico lasciando margini ridotti agli altri interventi”. Inoltre, osserva il ministro, ha provocato un pernicioso effetto spiazzamento sugli investimenti pubblici anche del Pnrr, desertificando i bandi con le imprese impegnate altrove.

Giorgetti parla in assenza di Giorgia Meloni che si è fatta vedere a Monza prima della partenza del Gran Premio di Formula 1 visitando i box di Ferrari e Alfa. “Non ce l’ho fatta a fare tutto, bisogna fare un po’ e un po’, andrò il prossimo anno”, ha risposto a chi gli chiedeva spiegazioni per l’assenza. Ma forse ispirata dall’adrenalina dell’autodromo, ha aggiunto: “La situazione è complessa da maneggiare, ma il tempio della velocita’ diventa per noi anche fonte di ispirazione, perche’ abbiamo bisogno di correre di piu’ per far correre di piu’ questa nazione”.

La premier giovedì volera’ in India per il G20, ma prima si terra’ una riunione del Consiglio dei ministri. Ancora da definire l’ordine del giorno: in ballo c’e’, tra l’altro, la riforma costituzionale e le misure sul fronte dell’immigrazione che, pero’, potrebbero andare sul tavolo del Cdm della settimana successiva. 

L’assenza però non sembra impattare sulla popolarità del governo che appare alta. Un sondaggio rivela che la maggioranza dei presenti a Cernobbio giudica in modo positivo l’operato del governo Meloni. Bocciata invece la manovra sugli extra-profitti delle banche. Giorgetti la difende: “di sicuro potrà essere migliorata, quello che non accetto è che si dica che è una tassa ingiusta, è una tassa giusta”. Il titolare del Mef ricorda che “lo Stato ha dato molto alle banche, coprendo con le sue garanzie rischi che sono propri del mondo del credito, e può quindi anche chiedere un contributo straordinario”. Assicura che il governo farà una legge di bilancio “prudente, che tenga conto delle regole fondamentali della finanza pubblica”. Quando parla di Superbonus, preceduto nel panel dell’Ambrosetti dal leader 5 Stelle Giuseppe Conte che ne ha fatto una difesa appassionata, Giorgetti ci va giù pesante: “A pensarci mi viene mal di pancia, ha effetti negativi sui conti pubblici, ingessa la politica economica, non lasciando margine ad altri interventi”.

Per quanto riguarda il Superbonus – ha precisato il ministro – “dei 100 miliardi di cui si parla, ricordo che questo governo ne ha pagati 20, ma altri 80 rimangono da pagare. La cena l’hanno già mangiata tutti e noi siamo chiamati a pagare il conto. Cosa che ricadrà sul Patto di stabilità del 2024, 2025 e 2026”.

Duro, Giorgetti, contro le politiche del passato accusate in pratica di “aver badato solo alla domanda assegnando allo Stato il ruolo del Re Sole che distribuisce sussidi”. Sul Pil “il governo pensa di mantenere le previsioni, che ha fatto nel Def, dell’1% nel 2023 ma inevitabili variabili esterne stanno mutando il quadro”. Per quel che riguarda la probabile revisione al ribasso del +1,5% messo in calendario per il 2024 il ministro non si sbilancia.

Sulla privatizzazione di Mps, il ministro ricorda che gli accordi con la Ue fissano l’appuntamento a fine 2024: “Risolveremo ma senza farci dettare i tempi da nessuno e tantomeno dalla fretta, per quanto riguarda il sistema bancario”, dice, a differenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani (FI) che, invece, vorrebbe un’accelerazione.

La revisione del Patto di Stabilità Ue, con nuove regole per i Paesi membri: “L’Italia – dice Giorgetti – condivide una politica di riduzione del debito pubblico. Quello che dicono gli amici tedeschi lo condivido, ma non posso ignorare che la stessa Commissione europea ci chiede una politica di un certo tipo sulla transizione energetica e quindi riteniamo ragionevole chiedere che siano considerate in modo diverso le spese per stipendi pubblici e pensioni rispetto a spese di questo tipo”. Inoltre – aggiunge – “se a livello internazionale siamo tutti d’accordo sul sostegno all’Ucraina, l’aiuto umanitario deve essere sottratto dal patto di stabilità e crescita”. 

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Ernesto Giusti


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