Certosa di Firenze: Felicità turbate di Tiezzi e Luzi, rivive l’invenzione per Pontormo

FIRENZE – Sabato 21 ottobre alle 21 alla Certosa di Firenze e con ingresso libero, andrà in scena lo spettacolo Felicità turbate di Mario Luzi e Federico Tiezzi, che rievoca la presenza di Pontormo nella stessa Certosa del Galluzzo, a 500 anni sia dall’epidemia di peste che si diffuse a Firenze, sia dalla realizzazione dei famosi affreschi nel chiostro. Sarà la compagnia Tiezzi-Lombardi a mettere in scena lo spettacolo che avrà forma di concerto con sette diverse voci, con Sandro Lombardi insieme a Valentina Corrao, Francesca Della Monica, Valentina Elia, Annibale Pavone, David Riondino, Debora Zuin accompagnati dal quartetto d’archi dell’Orchestra Sinfonica Florentia.
Per Luzi, si trattò di occuparsi del capofila di quella «maniera moderna» succeduta agli splendori del Rinascimento: infatti secondo le parole del Vasari, Jacopo Carucci detto il Pontormo è «uomo fantastico e solitario», una figura di grande fascino e tuttavia sfuggente, come sospesa tra storia e leggenda. Confidò Mario Luzi: «Avventurarsi in quella voragine, questo prese a eccitare la mia immaginazione. Ritrovare lungo quella vaghezza di tracce e di segni il profilo di un artista e la sostanza di una vita mi sembrò la posta di una scommessa assai fascinosa».
«A distanza di circa trent’anni dall’andata in scena di quello spettacolo – dice Sandro Lombardi –, riproporre oggi, in questi tempi ancora più inquieti e ombrosi, questa sorta di ritratto d’artista da vecchio che restituisce vita ed emozioni ad un genio smarrito, consente una riflessione sui dolorosi enigmi e sulle folgorazioni della creazione artistica e, insieme, getta uno sguardo impietoso sull’incontro-scontro tra questa e il potere politico». «Uscire dalla cornice, in modo da offrire a coloro senza cui non si dà il rito del teatro, e cioè attori e spettatori, l’opportunità di un’esperienza inedita – aggiunge Federico Tiezzi –. Si tratta d’innescare una chiave di lettura inedita per determinati testi che, spostati dal palcoscenico a luoghi altri, luoghi con spessori culturali e sociali di natura particolare, vengono amplificati e ripotenziati drammaturgicamente».
«L’anno poi 1523 (stile moderno, ndr) essendo in Firenze un poco di peste, e però partendosi molti per fuggire quel morbo contagiosissimo e salvarsi, si porse occasione a Iacopo d’alontanarsi alquanto e fuggire la città. Perché avendo un priore della Certosa, luogo stato edificato dagl’Acciaiuoli fuor di Firenze tre miglia, a far fare alcune pitture a fresco ne’ canti d’un bellissimo e grandissimo chiostro che circonda un prato, gli fu messo per le mani Iacopo; per che avendolo fatto ricercare e egli avendo molto volentieri in quel tempo accettata l’opera, se n’andò a Certosa, menando seco il Bronzino solamente. E gustato quel modo di vivere, quella quiete, quel silenzio e quella solitudine (tutte cose secondo il genio e natura di Iacopo), pensò con quella occasione fare nelle cose dell’arti uno sforzo di studio e mostrare al mondo avere acquistato maggior perfezione e variata maniera da quelle cose che avea fatto prima (Giorgio Vasari, Le Vite, 1568). Così scriveva Giorgio Vasari trattando della biografia di Jacopo Pontormo e ricordando la “fuga” dell’artista da Firenze verso la Certosa del Galluzzo, accompagnato solo dal Bronzino che allora era un giovanissimo allievo, per sfuggire all’epidemia di peste che si era diffusa nel 1523″.
In occasione del quinto centenario della calamità a Firenze, la Comunità di San Leolino, su proposta di Antonio Natali (già Direttore della Galleria degli Uffizi) ha chiesto alla Compagnia Lombardi-Tiezzi di riportare nuovamente in scena – a quasi 30 anni dalla sua prima rappresentazione – Felicità turbate, il testo che Mario Luzi scrisse su richiesta di Federico Tiezzi sulla figura del grande pittore “della maniera moderna” Jacopo Pontormo e che esordì al Maggio Musicale Fiorentino del 1995 costituendo un tassello importante della lunga collaborazione tra il poeta di Castello e il regista della Compagnia Lombardi-Tiezzi. Realizzato grazie all’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, lo spettacolo che apre il programma d’autunno della Comunità di San Leolino si terrà sabato 21 ottobre alle ore 21 nella sala grande della Pinacoteca della Certosa di Firenze – proprio là dove “i fatti” si svolsero 500 anni fa -, con ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Tra l’altro, Felicità turbate fu per Tiezzi l’occasione di coinvolgere, in una triangolazione ideale, anche il compositore Giacomo Manzoni (altro suo storico collaboratore), cui fu affidata la scrittura di una serie di brani per quartetto d’archi.
