Economia: il governo ipotizza cessione di Eni fino al 4%. Obiettivo: 2 miliardi per ridurre il debito
Vendere “gioielli” per far cassa e procurarsi soldi utili a tirare avanti. E’ in questa ottica che si può leggere la notizia, rivelata da Bloomberg, che il governo italiano sta pianificando di vendere fino al 4% di Eni dopo che la compagnia petrolifera avrà completato il piano di buy back, in scadenza ad aprile, così da poter incassare circa 2 miliardi di euro e ridurre il debito.
Lo Stato controlla il 32,398% del capitale di Eni, di cui il 4,667% è di proprietà del ministero dell’Economia e il 27,731% è in capo a Cdp. Ma al completamento della seconda tranche di riacquisto di azioni proprie, il Governo salirebbe di quota e potrebbe procedere alla cessione mantenendo comunque il controllo.
Il completamento del programma di buy back è fissato ad aprile, ma nell’ultima conference call il management aveva detto di voler anticipare la chiusura dell’acquisto di azioni proprie rispetto alla scadenza come buon segnale da dare al mercato.
Secondo quanto riferisce Bloomberg citando fonti vicine alla vicenda, il management di Eni, in una delle ultime conference call, aveva annunciato di voler anticipare la chiusura dell’acquisto di azioni proprie rispetto alla scadenza di aprile 2024.
No comment dal ministero delle Finanze. Privatizzazioni per circa l’1% del Pil sono uno degli obiettivi pluriennali della Nadef. Al World Economic Forum di Davos, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha spiegato di aver parlato della vendita di alcune partecipazioni con fondi esteri.
La necessità di ridurre il debito può dunque portare a questa decisione ma, come sottolineano alcuni ambienti finanziari, non avrebbe conseguenze pratiche perchè il governo manterrebbe saldamente il controllo di Eni.