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Allonsanfàn: vecchi ragazzi comunisti si ritrovano a Firenze. Con D’Alema, Cuperlo, Folena. Battaglie perse, rughe, capelli bianchi

La vecchia bandiera del Partito comunista italiano

Allonsanfàn, versione italianizzata dell’inizio della Marsigliese, sinonimo di libertà e ideali: vecchi ragazzi con il cuore a sinistra si ritroveranno, sabato 10 febbraio 2024, al Tuscany Hall. Con un doppio rammarico: “non aver cambiato il mondo” e vedere, ora, a Palazzo Chigi, una fiera esponente del Centrodestra. Ma anche con battaglie ideali spesso perdute e visioni politiche vicine all’utopia.

Erano ragazzi, negli anni ’70 e ’80, Massimo D’Alema, Gianni Cuperlo, Pietro Folena. E c’era anche uno, scomparso qualche anno fa, ma che ha fatto parte, a pienissimo titolo del gruppo: Riccardo Conti, presidente, a 15 anni (era il 1966) della sezione della Federazione Giovanile Comunista di Firenze, alle Due Strade. Dove la domenica c’era la corsa a portare l’Unità nelle case di via Senese e via del Gelsomino.

Peccato che proprio con D’Alema presidente del consiglio (dal 21 ottobre 1998 al 26 aprile 2000), l’Unità, organo del Pci fondato da Antonio Gramsci, abbia conosciuto la prima delle crisi fatali. E peccato che lo stesso D’Alema, dopo essere stato il primo comunista (o ex comunista) a guidare un governo italiano, non sia riuscito, attraverso le bicamerali con Berlusconi (poi fallite) a dare al Paese la svolta istituzionale moderna, tanto inseguita e mai raggiunta. Non solo: è rimasta sbigottita, quella sinistra ideale di una volta, quando ha appreso che lo stesso D’Alema si sia dovuto diendere per una vicenda di armi alla Colombia.

E come non ricordare altri ragazzi cresciuti nella Figc, assessori di Palazzo Vecchio nel 1989 (Michele Ventura, Bassi, Cantelli), pronti a varare un piano regolatore nuovo per Firenze (la variante Fiat-Fondiaria), “sgambettati” all’ultimo minuto, prima dell’approvazione in consiglio comunale, da una telefonata di Achille Occhetto (il segretario che cambiò nome al Pci con la svoltra della Bolognina): capace di bloccare tutto, fino a impantanare lo sviluppo sostenibile della città, per un miope calcolo ambientalista.

Restano comunque, quelli che si ritroveranno a Firenze, ragazzi che avevano un sogno, un ideale: compagne e compagni della Toscana, militanti delle diverse Fgci che sfilarono al fianco degli operai, che lavorarono nelle calamità (prima fra tutte l’alluvione di Firenze del ’66), che si opposero al terrorismo.

Che in qualche modo la Storia abbia seguito un percorso differente non toglie valore a un’esperienza collettiva forte, importante, il cui significato va oltre la contingenza, ma assume il senso dell’esperienza comunitaria.

Oggi, capelli imbiancati e rughe feroci sugli zigomi, eco Allonsanfàn: ossia l’incontro delle ragazze dei ragazzi della Federazione giovanile Comunista italiana degli anni 70/80. Il confronto si incarica di ripercorrere eventi e passaggi significativi di quegli anni, in Toscana e a livello nazionale, che hanno visto
protagonista il movimento studentesco, in particolare quello fiorentino, di cui esiste un ricco archivio (ciclostilato in proprio).

Gli organizzatori, emozionati, spiegano: “Ritrovarsi. Stare insieme, dopo tanto tempo. Con sostenibile leggerezza. Riannodare i fili comuni di percorsi politici, culturali che hanno preso poi molteplici e anche divergenti direzioni. Ci vogliamo chiedere se i semi gettati in quel terreno originario siano ancora fertili, cosa sia svanito e cosa invece sia ancora vivo. E’ il senso di questo evento”.

Nostalgia, anche per lo stato di salute del Pd erede del Pci? L’incontro – si legge nel programma – sarà l’occasione analizzare una vicenda politica straordinaria, capace di permeare per decenni la società italiana: il convegno di Pisa dedicato al decennale dal ’68, la contaminazione con le femministe sulla dirompente vicenda dell’aborto, le prime battaglie ambientaliste, la promozione delle radio libere, dei collettivi culturali, e l’organizzazione dei primi grandi concerti (Dalla, De Gregori, Patty Smith…). E ancorca la forte tensione internazionalista a partire dalla pace in Vietnam, passando per la solidarietà al popolo cileno e palestinese, fino all’esperienza dei festival mondiali, Berlino e Cuba. E anche le vicende “aspre” del rapporto con i movimenti del ’77 (Università di Pisa e Firenze…).

Eventi e percorsi analizzati mostrano una Fgci non solo “burocrazia”, lunga mano del Pci tra i giovani, ma soggetto con uno sguardo autonomo, che sceglieva di reggere un conflitto con il partito che, in molte occasioni. cambiava visioni e scelte politiche, in particolare nel suo rapporto con i movimenti di massa. Bilanci critici non cancellano emozioni e anche una punta di orgoglio per avere partecipato a stagioni
straordinarie. Molte delle difficoltà di quegli anni hanno avuto a che fare con le contraddizioni della fase della solidarietà nazionale e poi con il mancato sviluppo dell’”alternativa democratica”, dovuto alla prematura morte di Berlinguer.

Obiettivo del raduno fiorentino? Gli organizzatori rispondono: “Il nostro auspicio è suscitare curiosità in chi vuole o vorrebbe far politica oggi, giovani (figli/e) che ne hanno sentito parlare, e cercare una tensione con gli odierni movimenti critici della società”.

Certo, ci sarebbe da discutere delle varie segreterie del Pd. Di Renzi. E della Schlein. O sarà meglio rispolverare i ciclostilati? E anche le foto di quando idee e speranze frullavano nelle teste coperte di capelli neri, lunghi, arruffati. E sugli zigomi non c’erano le rughe. E non dimenticate di rivolgere un pensiero a Riccardo Conti. Che, da lassù, vedendo il raduno, farà una smorfia. E griderà: “Allegria!”


Sandro Bennucci

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