Fiorentina: prima in Europa per rigori sbagliati. Tabù o impreparazione? Il metodo del vecchio Orioli
Scrivo in diretta, dallo stadio, la cronaca della partita della Fiorentina: quando ho visto Biraghi andare sul dischetto, le mie mani stavano per volare sui tasti, cercando parole come “svolta” o “gara chiusa”. Poi non volevo credere ai miei occhi: Svilar che intuisce e para. La svolta c’è stata, ma a favore della Roma. Che ha accolto il rigore sbagliato dalla Fiorentina come un presagio. “Gol sbagliato, gol subìto”, insegnavano i vecchi allenatori.
TABU’ -La fiondata di Llorente, al 95′, è stata solo il completamento di un harahiri. Chiamatelo tabù o maledizione: sbagliare cinque rigori su sei (quattro consecutivi) rappresenta un record di cui Vincenzo Italiano avrebbe fatto volentieri a meno. Perché questi continui errori dal dischetto sono costati alla Fiorentina punti importanti: non è un caso che al momento la squadra viola sia ottava e quindi fuori dalla zona Europa. Com’è possibile sbagliare così tanto dal dischetto? Un rigore, in teoria, dovrebbe essere un gol fatto. Se analizzate quanta porzione resta scoperta, dalla sagoma del portiere e come sono vicini gli undici metri del dischetto, diventa quasi impossibile parare. Un mio antici allenatore alla Rondinella Marzocco, si chiamava Enrico Orioli (poi avrebbe anche tenuto a battesimo il giovanissimo Paolo Rossi, poi diventato Pablito, nella Cattolica Virtus), ci teneva almeno 40 minuti a calciare al muro, prima della partitella di fine allenamento. Ed era quasi maniacale nella preparazione dei cosiddetti “rigoristi”. C’era lui solo, il “sor Enrico” con una trentina di ragazzi. Oggi Italiano può contare su uno staff di collaboratori di prim’ordine. Fa battere i rigori, nel mitico Viola Park, con la meticolosità di Orioli nell’allora angusto campetto delle Due Strade?
CONFERENCE – Vincere contro la Roma avrebbe significato fare un bel passo in avanti e avvicinarsi addirittura alle posizioni Champions. Una mazzata per Italiano e i suoi ragazzi che comunque devono subito voltare pagina, visto che già s’avvicina la partita di ritorno degli ottavi di Conference League, giovedì alle 18,45 allo stadio Franchi, contro il Maccabi Haifa. L’andata, la scorsa settimana sul neutro di Budapest, è terminata 4-3 per la Fiorentina capace di siglare il gol della vittoria al 95′ con Barak, ma è un risultato che non permette di abbassare la guardia.
NZOLA – Anche perché i viola finora hanno spesso subito nei minuti finali. E poi devono risolvere al più presto, come ho appena sottolineato, il problema dei rigori. Numeri alla mano, la Fiorentina è la squadra che ne ha falliti di più in questo inizio anno nei cinque maggiori campionati europei, una classifica in cui precede Real Madrid e Verona (4 a testa). Tranne Nzola che ha fatto centro contro l’Udinese a metà gennaio, hanno sbagliato Bonaventura contro il Sassuolo, Ikoné contro il Napoli nella semifinale di Supercoppa, Nico Gonzalez contro Inter e Lazio e ieri Biraghi con la Roma.
STADIO BLINDATO – Intanto cresce l’attesa per la partita di giovedì e con essa le preoccupazioni legate a ragioni ovviamente extracalcistiche: s’annuncia un massiccio servizio d’ordine in città e attorno allo stadio e già sono stati annunciati alcuni provvedimenti come la chiusura dei parterre di tribuna e Maratona, il divieto di portare borse e zaini, l’obbligo di entrare al Franchi entro e non oltre le 18,15, mezz’ora prima del fischio d’inizio.
PROTESTA – Provvedimenti contestati dall’Associazione Tifosi Fiorentini con un comunicato: “Pur comprendendo la delicata situazione che una partita come quella contro una squadra di Israele determina, penalizzare qualcuno a scapito di altri non è esercizio di buon senso. Impedire a molti tifosi fiorentini di accedere allo stadio in tempo utile non tenendo conto degli impegni lavorativi e di vita non è rispettoso. Non bastava la chiusura dei settori più vicini al campo di gioco, occorreva pure obbligare tutti a entrare con 30 minuti di anticipo in una giornata feriale, senza oltretutto fornire una spiegazione plausibile. Chiediamo di rimuovere questa limitazione che pare inutile”. Protesta non ingiustificata. Ma torno sui rigori: per favore, mister Italiano, non trascurare niente. Ispirati a Enrico Orioli: che faceva fare venti giri di campo in più, dopo l’allenamento, a chi sbagliava i rigori. Metodo vecchio, risultato sicuro.