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Commesse Anas: figlio di Verdini chiede il patteggiamento

Tommaso Verdini e il padre Denis (Foto d’archivio)

ROMA – I legali di Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis, hanno avanzato una richiesta di patteggiamento a 2 anni e 10 mesi di reclusione sulle presunte irregolarità nell’affidamento di commesse all’Anas, tra cui una di 180 milioni di euro per il risanamento di gallerie.

La richiesta di patteggiamento è stata posta all’attenzione dei magistrati di piazzale Clodio nel procedimento in seguito all’inchiesta in cui si ipotizzano i reati di corruzione e turbativa d’asta. Toccherà dunque alla Procura romana valutare se dare l’eventuale via libera.

Nelle scorse settimane i pm avevano chiesto ed ottenuto per Verdini e altri indagati, tra cui Fabio Pileri, socio del figlio dell’ex parlamentare nella società ‘Inver’, il giudizio immediato. Per questa vicenda Verdini jr fu raggiunto, il 28 dicembre scorso, dalla misura degli arresti domiciliari. Dalle carte dell’indagine emerse il presunto ‘sistema’ che ruotava intorno alla società di lobbing Inver. A quest’ultima, gestita da Verdini e Pileri (che potrebbe chiedere il rito abbreviato), alcuni imprenditori si sarebbero rivolti per ottenere, in cambio di utilità secondo l’accusa, parte delle ricche commesse della società che si occupa di infrastrutture stradali e gestisce la rete di strade statali e autostrade di interesse nazionale.

Secondo gli inquirenti saremmo in presenza di un “asservimento totale” della funzione in favore degli imprenditori interessati. Secondo l’impianto accusatorio dei magistrati, coordinati dall’aggiunto Paolo Ielo, la Inver facilitava’ una serie di ditte nel partecipare e, grazie all’accesso ad informazioni riservate, vincere appalti con l’Anas, potendo contare su due dirigenti ribattezzati in una intercettazione “i marescialli che presiedono il fortino”, ai quali sarebbero stati garantiti avanzamenti di carriera e conferme in posizioni apicali di Anas.

In questo meccanismo triangolare un ruolo chiave, sempre secondo l’accusa, sarebbe stato ricoperto dallo stesso Denis Verdini, finito anch’egli nel registro degli indagati. Uno “stratega” che avrebbe garantito “sponde politiche”, almeno questo è il convincimento degli inquirenti, per arrivare a dama nell’affidamento degli appalti.

“Emerge che Denis Verdini – scrive il gip nell’ordinanza cautelare – è socio di fatto della Inver, decide la sua strategia, è colui che in virtù del suo peso politico e dei suoi rapporti con il sottosegretario Freni (non indagato nel procedimento, ndr)…assicura sponde o appoggi tali da consentirgli, direttamente o tramite il figlio Tommaso, e Pileri di promettere e garantire” ai funzionari pubblici “avanzamenti di carriera in Anas o ricollocamento in posizioni lavorative di rilievo”.

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