Firenze, 86° Maggio Musicale: debutta «Jeanne Dark» di Vacchi in prima esecuzione assoluta
FIRENZE – Per l’86° Festival del Maggio Musicale Fiorentino martedì 14 maggio alle 20al Teatro del Maggio (Piazza Vittorio Gui), in Sala Mehta, debutta «Jeanne Dark», opera di Fabio Vacchi in prima rappresentazione assoluta: una commissione del Maggio Musicale Fiorentino che avrebbe dovuto andare in scena nel 2020, ma che le restrizioni anti-covid hanno fatto rinviare fino a quest’anno, per riprendere la tradizione di mettere in scena a ogni Festival del Maggio un’opera nuova espressamente commissionata. Sul podio, alla guida del ContempoArtEnsemble, il maestro Alessandro Cadario; la regia è curata da Valentino Villa.Il libretto dell’opera, tratto dal poema eroicomico e satirico La Pucelle d’Orléans ou Jeanne d’Arc di Voltaire, è firmato da Stefano Jacini.
Il cast vocale è formato daAlexia Voulgaridounei panni di Jeanne,Elia Schiltonnella parte di Voltaire;Olha Smokolinaè Agnese (Agnès Sorel, celebre favorita di Carlo VII, che lo stesso Voltaire introduce fra i personaggi principali, anche se la cronologia reale della sua relazione col re con coincide con quella dell’intervento di Giovanna nella Guerra dei Cent’Anni),Lorenzo Martelliinterpreta lo Stalliere;Michele Galbiatiè l’Asino alato (una parte tutt’altro che secondaria);Alfonso Zambutointerpreta il triplo ruolo del Delfino, del Re e del Diavolo;Anicio Zorzi Giustinianiè San Giorgio (protettore degli Inglesi) mentreGianluca Margheriè San Dionigi (protettore dei francesi). La parte di Frate Bordone è sostenuta daDavide Piva;Luca Tamaniinterpreta il doppio ruolo di un Soldato Francese e del Primo Soldato Inglese così comeDielli Hoxhache interpreta un Soldato Francese e il Secondo Soldato Inglese. Chiudono il cast come voci solisteDalai Chen;Hyunmo Cho;Manuel Epise due artisti del Coro del Maggio,Diego BarrettaeDavide Ciarrocchi.
In questa nuova produzione le scene sono diSerena Rocco; i costumi diGianluca Sbicca; i movimenti coreografici sono curati daMarco Angelillimentre l’ideazione delle luci e la loro realizzazione sono rispettivamente diPasquale MarieOscar Frosio.
È la quarta commissione del Maggio a Fabio Vacchi, che proprio per il 45° Festival compose la sua prima opera, Girotondo, nel 1982 (seguirono Il letto della Storia, andata in scena nel febbraio del 2003, e Lo specchio magico, del 2016, per il 79ª Festival). Jeanne Dark, che si basa sul poema eroicomico di Voltaire, ha un carattere decisamente comico, in netto contrasto con i suoi due ultimi lavori operistici di Vacchi (Vacchi, in conferenza stampa, ha precisato che vi mantiene il suo stile, ma cambia radicalmente il carattere); spiega lo stesso compositore: “ho scelto come fonte il poema di Voltaire perché quest’ultimo rappresenta per me la nascita della modernità: un momento storico in cui si sono portate alla luce problematiche che spesso risultano attuali anche al giorno d’oggi. Il poema eroico visto in chiave comica era un modo per fare satira sul presente attraverso i racconti dell’antichità e penso che la visione di Voltaire sia assolutamente attuale. La satira comica era spesso ricca di satira feroce e in alcuni casi anche parecchio scurrile: con Stefano Jacini abbiamo deciso di effettuare anche alcuni tagli rispetto al testo originale, ‘censurando’ per così dire alcune scene che potevano risultare eccessivamente disturbanti e per facilitare, inoltre, lo svolgimento narrativo del racconto che altrimenti rischiava di diventare troppo lungo e pesante. A
ll’interno dell’opera ci sono due personaggi – San Dionigi e San Giorgio – che nella satira rappresentano quelle che sono le lotte da stadio di oggi e gli attuali dibattiti politici, pieni in sostanza di banalità, strumentalizzazioni e risse. Rispetto al poema di Voltaire abbiamo invece aggiunto un personaggio, quel Gilles de Rais che – realmente – combatté contro i francesi al fianco di Giovanna d’Arco e che quindi possiamo dire rende la nostra un’invenzione parziale. Gilles de Rais è inoltre citato da Voltaire stesso in un suo scritto come una di quelle figure mandate a morte a causa di inconcepibili superstizioni e oscurantismi. Rispetto al finale originalmente concepito da Voltaire, noi abbiamo pensato ad un lieto fine, con la fuga di Jeanne in sella al personaggio dell’Asino. In tutto questo abbiamo aggiunto anche il personaggio di Voltaire stesso, che altri non è che la voce narrante e colui che tiene in mano le fila della storia” (va precisato che il poema di Voltaire, interrotto al XVI canto nel 1755, fu così stampato nel 1756, con la dicitura “En, auctor omnino fecit”; ne fu stampata poi un’altra versione in XXI canti, completata nel 1762, con lieto fine, ma limitatamente al periodo in cui Orléans fu conquistata dai francesi anche grazie a Jeanne e Carlo VII fu consacrato a Reims nel 1429; la cattura di Jeanne da parte degli inglesi e l’uso dell’accusa di eresia per ucciderla risalgono al biennio successivo).
Il regista Valentino Villa (che firmò anche gliIntermedi della Pellegrinaandati in scena al Giardino di Boboli nell’estate del 2019) commenta: “Affrontare un titolo assolutamente nuovo e mai andato in scena, per quanto possa sembrare una cosa semplice da dire, è una vera e propria occasione in cui, ‘costruendo’ lo spettacolo, si possono prendere dei rischi, aspettando il momento in cui tutto sarà nella sua forma definitiva. Credo di essermi approcciato a quest’opera inquadrandola non esclusivamente da una prospettiva comica: ho cercato – non essendo un musicista – di essere costantemente sollecitato sia dal libretto di Stefano Jacini che dalla musica del maestro Vacchi, sentendo e percependo questo lavoro come davvero simile al concetto di poema eroicomico. Non sarebbe del tutto aderente al materiale musicale e letterario che dobbiamo raccontare, quindi, inquadrare come solamente comica questa produzione, per cui la mia scelta è stata quella di creare uno spazio che potesse tenere insieme una molteplicità di sollecitazioni visive e che permettesse lo slittamento costante fra il serio, il buffo, la satira e il farsesco. Grazie anche al ruolo dei costumi e a come questi sono stati pensati – in alcuni casi sono grotteschi, in altri quasi seriosi – visivamente si compone un’immagine scenica che è più simile a unpasticherispetto ad un quadro autodefinito.”
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (Piazza Vittorio Gui), in Sala Mehta
Martedì 14 maggio alle 20(repliche: giovedì 16 alle 20 e sabato 18 alle 18)
Settore D: 20€; Settore C: 35€; Settore B: 50€; Settore A: 70€, acquistabili anche direttamente (senza diritti di prevendita) sul sito del Maggio
Durata complessiva 1 ora e 37 minuti circa (senza intervallo)
Prima di ogni recita sono inoltre proposte al pubblico le presentazioni degli spettacoli, tenute da Katiuscia Manetta, Maddalena Bonechi e Marco Cosci: le guide si tengono nel Foyer della Sala Zubin Mehta o nel Foyer di Galleria della Sala Grande 45 minuti circa prima dell’inizio di ogni recita