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Euro 2024: Italia a casa con vergogna! Battuta (2-0) dalla Svizzera. Gravina rifletta. Ma nessuno si dimetterà. Pagelle

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Rieder e Fagioli in azione nel primo tempo del match di Berlino (foto Ansa)

BERLINO – Aveva detto che ci avrebbe stupito, il ct svizzero Yakin. Ha avuto torto. Siamo rimasti non stupiti, ma addirittura inrterdetti dall’Italia: Nazionale assente, svuotata, senza ritmo, incapace di entare in partita. I gol, uno per tempo, di Frueler e Vargas, sono stati solo la ragionevole conseguenza di una “non partita” da parte degli azzurri. Che per fortuna loro non vivono nell’Italia degli anni Settanta, quando c’erano centinaia di tifosi con i pomodori ad accogliere la Nazionale dopo batoste europee e mondiali. Dispiace per Luciano Spalletti: non all’altezza del ruolo di commissario tecnico. Non l’ho visto reagire, arrabbiarsi, suggerire.

GRAVINA – Ma, a questo punto, credo che tutto il movimento calcistico italiano debba farsi domande e darsi risposte. Due eliminazioni consecutive dai Mondiali e una figuraccia come questa, negli ottavi degli Europei, dovrebbero indurre la Federcalcio a interrogarsi. E a smetterla di autoassolversi. A cominciare da Gravina. Artemio Franchi, il più grande dirigente del calcio italiano di tutti i tempi, sapeva prendersi le respionsabilità e voltare pagina. Ho paura che questi, invece, vogliano solo mantenere la poltroncina. Anche se un Paese intero, stasera, è deluso e colpito. E i più esposti sono sicuramente gli emigrati italiani in Germania e nella stessa Svizzera. Gente che conosco, che ho incontrato, e che spera sempre di vedere le maglie azzurre trionfare per un trovare, almeno nello sport, un riscatto. Che stavolta non c’è stato. Anzi, la sconfitta diventa una mazzata in più.

SVIZZERA – La Svizzera, lo ripeto, vince 2-0, con merito, senza mai temere di non potercela fare, proprio perchè l’Italia non dà mai l’impressione di esserci. Chissà i troppi cambiamenti probabilmente non giovano, l’identità di squadra (elvetica) evidentemente paga. Sì perchè Spalletti cambia ancora: 4-2-3-1 nelle prime due gare, 3-5-2 nella terza, 4-3-3 agli ottavi. Debutta Mancini che affianca Bastoni e prende il posto di Calafiori, mentre a coprire la sinistra c’è Darmian e non Dimarco. C’è un altro esordio dal primo minuto ed è quello di El Shaarawy, esterno sinistro offensivo, ma che al bisogno va a coprire l’intera fascia quando il gioco ‘fluido’ tanto amato dal ct, ridisegna l’Italia in un 3-5-2. Dall’altra parte c’è Chiesa che, a differenza del Faraone, si occupa solo della fase offensiva per dar man forte a Scamacca.

CENTROCAMPO SFALDATO – Centrocampo assente. Fagioli e Cristante inguardabili. Barella dolorante fin dall’inizio. La Svizzera è padrona del campo e del palleggio. Spalletti alla vigilia chiedeva un’Italia sciolta e con personalità, la trova molle e timida, tanto da trasformare gli elvetici in “furie rosse”. I buchi in difesa cominciano a contarsi sin da subito, sul centro-destra ci sono voragini: Di Lorenzo e Mancini sono in balia degli avversari, Xhaka e Freuler lo capiscono e lì insistono. C’è anche Cristante da quelle parti, ma se doveva dare solidità il piano è fallito. Fagioli si sforza di ragionare, ma non riesce a inventare nulla. Il dominio della Nati non è testimoniato dalle occasioni: poche e qui c’è la differenza con la Spagna che invece in porta andava sempre. Al 24° però, Mancini sparisce e Donnarumma è miracoloso su Embolo. La risposta azzurra è in una serprentina di Chiesa, ma Sommer può continuare a sonnecchiare. Il capitano azzurro, invece, capitola al 37°: ancora un buco, Bastoni fuori posizione, Fagioli non chiude su Freuler che di sinistro sigla il meritatissimo 1-0. E se si va al riposo sotto di un solo gol è perchè il palo aiuta Donnarumma sulla punizione di Rieder.

VARGAS – Primo tempo da dimenticare, mi ero detto. C’è ancora la ripresa, sulla carta si può sperare. Spalletti inserisce Zaccagni per El Shaarawy, ma dopo 30 secondi arriva il raddoppio con un bel destro a girare di Vargas: 2-0, giusto così. C’è un auto-palo di Schar sul cross di Fagioli con Sommer spiazzato e immobile. Potrebbe essere la miccia…neanche a parlarne, non si accende nessun fuoco. Entra Retegui per Barella per un disperato 4-2-4 che partorisce un tiro (il primo azzurro) dell’italo-argentino al 28° e, un minuto dopo, il palo di Scamacca a 4-5 metri dalla porta e in sospetta posizione di offside sull’assist di Zaccagni. Finisce così: molto male per l’Italia. Svizzera ai quarti con merito. Spero di non sentire dire da nessuno che abbiamo colpito due pali. E, ripeto, ci vorrebbero dimissioni, riflessioni, ripartenze. Ma non mi illudo che una batosta così possa essere cancellata presto.

Tabellino e pagelle

Svizzera(3-4-2-1): Sommer 6; Schar 6.5, Akanji 7, Rodriguez 6.5; Rieder 6.5 (26 st Stergiou 6), Freuler 7, Xhaka 6.5, Aebischer 6.5 (46 st Steffen sv); Ndoye 6.5 (33 st Sierro sv), Vargas 7.5 (26 st Zuber 6); Embolo 6.5 (33 st Duah sv). In panchina: Mvogo, Kobel, Elvedi, Zakaria, Okafor, Zesiger, Shaqiri, Jashari, Amdouni. Allenatore: Yakin 7

ITALIA (4-3-3): Donnarumma 6.5; Di Lorenzo 4, Mancini 4.5, Bastoni 5, Darmian 5 (30 st Cambiaso sv); Cristante 4,5 (30 st Pellegrini sv), Fagioli 5 (41 st Frattesi sv), Barella 5 (19 st Retegui 5.5); Chiesa 5.5, Scamacca 4, El Shaarawy 5 (1 st Zaccagni 6). In panchina: Vicario, Meret, Dimarco, Buongiorno, Gatti, Jorginho, Raspadori, Bellanova, Folorunsho. Allenatore: Spalletti 4

ARBITRO: Marciniak (Polonia) 6.5

MARCATORI: 37 pt Freuler; 1 st Vargas

Ammoniti: Barella, El Shaarawy, Mancini

Angoli: 4-6

Recupero: 3′; 2′

Spettatori: 70mila circa


Bennucci

Sandro Bennucci

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