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Francia al voto: elezioni anticipate volute da Macron. Gli scenari

Macron

PARIGI – Francesi al voto, domenica 30 giugno 2024. Dopo lo scioglimento dell’Assemblea nazionale annunciata dal presidente francese, Emmanuel Macron, alla luce dei risultati delle europee, gli elettori francesi sono chiamati alle urne per rinnovare i mandati parlamentari domani 30 giugno per il primo turno, e il 7 luglio per il secondo.

Le elezioni parlamentari anticipate sono state volute da Macron, tra tanti dubbi, anche nel suo campo politico, dopo la netta vittoria dell’estrema destra del Rassemblement National (RN) alle europee.

Come funzionano le elezioni legislative L’Assemblea nazionale ha 577 seggi. Il 30 giugno, primo turno, gli elettori sceglieranno uno dei candidati in corsa nella loro circoscrizione: chi ottiene la maggioranza assoluta (più del 50% dei voti con almeno il 25% degli elettori registrati), vince automaticamente, quindi il tasso di partecipazione è cruciale, contrariamente a quanto accade per le presidenziali. Se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta, si va al secondo turno il 7 luglio, con la partecipazione dei candidati che abbiano superato almento il 12,5% dei voti. Vince il candidato che ottiene il maggior numero di voti.

Il semipresidenzialismo InFranciavige un sistema di ‘semipresidenzialismo’: un presidente eletto direttamente (dal 1962) e un parlamento comunque dotato di ampi poteri. Questo sistema politico, noto come Quinta Repubblica, è regolato dalla Costituzione del 1958. I possibili scenari Il partito di Macron conquista la maggioranza assoluta (almeno 289 seggi) dell’Assemblea nazionale. Scenario ritenuto poco probabile alla luce dei sondaggi, permetterebbe la conferma del primo ministro Gabriel Attal. Il partito di Macron ottiene la maggioranza relativa (230 seggi) e deve stringere alleanze.

La maggioranza assoluta va al Rassemblement National di estrema destra o alla coalizione di sinistra Nuovo Fronte Popolare. In questo caso Macron deve scegliere un primo ministro tra i membri della coalizione vincente e il primo ministro sceglierà poi i suoi ministri. Insomma, scatta la “coabitazione”. Se nessun partito ottiene la maggioranza e non si arriva a formare una coalizione di governo, si potrebbe creare una delicata situazione di stallo, ma non sarebbe possibile indire nuove elezioni legislative prima di un anno. Per questo diversi analisti sostengono che il presidente Macron dovrebbe in quel caso dimettersi, eventualità per ora esclusa dall’inquilino dell’Eliseo che ha scommesso sul voto anticipato.



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