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Giornalisti: ricercati dalla Russia gli inviati Rai Battistini e Traini. Tajani convoca l’ambasciatore di Mosca

Stefania Battistini Rai
Un fermo immagine tratto dal Tg1 delle 20 mostra l’inviata Stefania Battistini Battistini che racconta il dietro le quinte del reportage realizzato con Simone Traini in territorio russo, 17 agosto 2024.

ROMA – La Russia ha dichiarato persone ricercate l’inviata della Rai Stefania Battistini e l’operatore Simone Traini. La giornalista è accusata di essere entrata illegalmente sul territorio nazionale al seguito delle truppe d’invasione ucraine nella regione di Kursk. Sono ricercati altri giornalisti occidentali con la stessa accusa.

“Ho fatto convocare alla Farnesina l’ambasciatore della Federazione russa in Italia per manifestare la nostra sorpresa a causa della singolare decisione”, annuncia su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

“Battistini Stefani, nata il 16 aprile 1977, ricercata in base a un articolo del Codice penale della Federazione Russa”, si legge nel database. L’articolo in questione non è specificato, ma la Tass ricorda che per l’ingresso illegale in Russia è prevista una pena fino a 5 anni di reclusione. I servizi d’intelligence interni (Fsb) avevano iniziato un’azione penale contro Battistini e l’operatore della Rai Simone Traini, oltre che nei confronti di alcuni altri inviati stranieri: Simon Connolly di Deutsche Welle, Nick Walsh della Cnn e le giornaliste ucraine Natalia Nagornaya, Diana Butsko e Olesya Borovik.

Inserire nell’elenco delle persone ricercate la giornalista Stefania Battistini e il suo operatore Simone Traini per il reportage nell’oblast di Kursk è per la Rai ”un atto di violazione della libertà d’informazione”. Per la Rai ”hanno svolto in modo esemplare e obiettivo il proprio lavoro di testimoni degli eventi. La Rai continua a svolgere il proprio ruolo di Servizio pubblico anche grazie alla coraggiosa attività dei propri giornalisti e inviati e si riserva di operare in ogni sede per denunciare la decisione del governo russo a difesa della libera informazione e a tutela della propria giornalista e dell’operatore”.



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