Francia: cade il governo Barnier. La Sinistra: “Macron si dimetta”. Le Pen frena. Ma il Paese precipita in una grave crisi
PARIGI – Il governo di Michel Barnier è caduto: colpito dalle opposizioni di sinistra e di estrema destra, che hanno votato compatte la sfiducia. Un risultato annunciato che precipita la Francia nella crisi e nel caos finanziario, e pone ancora una volta il presidente Emmanuel Macron – del quale sia la France Insoumise sia il Rassemblement National di Marine Le Pen chiedono le dimissioni – in un vicolo cieco.
Le Pen, nelle prime dichiarazioni di stasera, pur confermando che Macron “deve dimettersi”, ha anticipato che lascerà lavorare il nuovo premier ad una manovra finanziaria. In sostanza una specie di frenata. Ma la situazione, per l’uomo dell’Eliseo, è davvero difficile.
Risoluta Mathilde Panot, capogruppo dei deputati de La France Insoumise: “Macron se ne vada, noi siamo pronti ad andare al potere con un programma di rottura con il passato”.
Il capo dell’Eliseo, che ieri aveva accusato Le Pen di “insostenibile cinismo” per l’alleanza con la gauche pur di affossare il governo, è atterrato a Parigi mentre Barnier si commuoveva alla fine del suo ultimo discorso davanti ai deputati.
Ai partiti che l’hanno voluto far cadere, il premier ha lanciato un messaggio pesante: “La gravità della situazione economica e la verità si imporranno a qualsiasi nuovo governo”. E’ la seconda volta nella Quinta repubblica che un esecutivo viene sfiduciato da un’alleanza delle opposizioni, talmente compatte nella manovra a tenaglia da non perdere per strada neppure un voto (331 i favorevoli alla mozione di censura della sinistra, ne bastavano 289).
Per ritrovare il precedente bisogna risalire indietro di 62 anni, nel 1962, quando ad essere costretto alle dimissioni fu Georges Pompidou, futuro presidente della Repubblica.