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Trump tratta sui dazi: “Concesso un mese al Messico per accordarsi. E ho parlato con Trudeau”

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Donald Trump (foto Instagram)

WASHINGTON – Dazi Usa: si tratta. Trump apre il dialogo con il Messico e il Canada. La presidente del Messico, Claudia Sheinenbaum, ha annunciato che Trump ha accettato di sospendere i dazi per un mese. “Abbiamo avuto una conversazione proficua con il presidente Trump, con grande rispetto per le nostre relazioni, la sovranità e abbiamo raggiunto una serie di accordi”, ha detto il capo dello Stato nella sua conferenza stampa mattutina.

Oltre alla pausa nell’applicazione della nuova tariffa, Sheinbaum ha riferito che il Messico schiererà 10mila elementi della Guardia Nazionale al confine con gli Stati Uniti per prevenire il traffico di droga, in particolare il fentanyl, e gli Stati Uniti si sono impegnati a combattere il traffico di armi verso il cartelli.

Lo stesso presidente Usa ha confermato di avere concordato lo stop in cambio del dispiegamento di 10.000 soldati al confine per contenere il flusso di droghe e migranti. Trump ha spiegato di essersi accordato con Sheinbaum per negoziare – assieme con segretario di Stato Marco Rubio, quello al Tesoro Scott Bessent e quello al Commercio Howard Lutnick, oltre ad altri rappresentanti messicani – per trovare un “accordo” sui dazi, durante il mese di sospensione delle tariffe.

Il tycoon ha scritto poi in un post su Truth che ha parlato anche con il premier canadese Justin Trudeau e lo risentirà a breve. “Il Canada non consente nemmeno alle banche statunitensi di aprire o fare affari lì”, ha detto Trump in un post dopo la sua telefonata con Trudeau.

“E’ anche una guerra alla droga: centinaia di migliaia di persone sono morte negli Stati Uniti a causa del traffico di droga attraverso i confini del Messico e del Canada”, ha sottolineato il presidente americano a proposito della ragione per cui ha deciso di imporre i dazi.

Trump inoltre, secondo quanto scrivono alcuni media Usa, è intenzionato ad invocare l’Alien Enemies Act, una legge del XVIII secolo, per deportare senza udienze in tribunale gli immigrati accusati di essere membri di gang. L’Alien Enemies Act è stato promulgato nel 1798 per combattere lo spionaggio e il sabotaggio durante le tensioni con la Francia. Autorizza il presidente a deportare, detenere o imporre restrizioni a individui la cui fedeltà principale è a una potenza straniera e che potrebbero rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale in tempo di guerra.

La legge afferma che può essere invocata “ogni volta che c’è una guerra dichiarata” o “qualsiasi invasione o incursione predatoria” che è stata perpetrata, tentata o minacciata contro gli Stati Uniti da un governo straniero. Il provvedimento richiede al presidente di proclamare pubblicamente l’evento che ha spinto ad invocare la legge.

L’Alien Enemies Act fu invocato nella guerra del 1812 tra Stati Uniti e Gran Bretagna e in entrambe le guerre mondiali, e fu utilizzato per detenere e deportare individui, nonché per limitarne la libertà.

Il presidente Woodrow Wilson usò la legge per impedire ai cittadini nemici degli Stati Uniti di possedere armi da fuoco ed esplosivi, di risiedere in determinate aree e di pubblicare determinati materiali, tra le altre restrizioni. Il presidente Franklin Roosevelt impiegò la legge per giustificare i campi di internamento per persone di origine giapponese, tedesca e italiana durante la seconda guerra mondiale. Il presidente Harry Truman continuò a usarla fino al 1951, dopo la cessazione delle ostilità nella seconda guerra mondiale, secondo il Brennan Center for Justice.

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