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Milano: killer in fuga suicida dal Duomo. La collega trovata morta in un laghetto

Emanuele De Maria suicida dal Duomo di Milano. Nei riquadri la foto sua e quella della collega che era scomparsa

MILANO – Si è suicidato gettandosi dalle terrazze del Duomo di Milano, Emanuele De Maria, 35 anni, il detenuto evaso dopo aver accoltellato ieri un collega all’Hotel Berna. I carabinieri, a seguito di una segnalazione, sono poi intervenuti all’interno del Parco Nord, dov’è stato trovato il cadavere di una donna: dai primi accertamenti il corpo sarebbe di Chamila Wijesuriyauna, la collega dell’evaso suicida. La donna, di origine cingalese, 50 anni, era scomparsa venerdì e lavorava con Emanuele De Maria in hotel.

Il cadavere sarebbe stato avvistato da un passante all’interno del Parco Nord a un chilometro dal luogo in cui era stata vista camminare con Emanuele De Maria.

Il corpo di De Maria è stato invece riconosciuto dai numerosi tatuaggi. L’uomo aveva trovato posto in albergo come lavoro esterno dal carcere di Bollate. Era recluso per un femminicidio del 2016 commesso a Castel Volturno, in provincia di Caserta, dove aveva sgozzato una donna.

Che cosa ha fatto De Maria fra sabato 10 e domenica 11 maggio? La ricostruzione delle forze dell’ordine è questa:  alle 6.20 di sabato mattina De Maria viene inquadrato da un altro impianto di sorveglianza di fronte l’albergo in cui lavorava lo ha immortalato aggredire il collega Hani F.A.N., il 50enne italo-egiziano. Era acquattato tra le auto in sosta quando e’ saltato fuori per colpire l’uomo, che era arrivato per attaccare il proprio turno al bar, con cinque fendenti su tutto il corpo per poi scappare in direzione centro città.

Da Milano, verosimilmente, il 35enne non se n’è mai andato. Nonostante i contatti all’estero di alcuni familiari stretti, da cui era scappato nel 2016 dopo il primo omicidio, ha vagato tutta notte. Intorno all’ora di pranzo è salito sopra il Duomo di Milano e senza esitazione alle 13.40 si è gettato nel vuoto dalle terrazze. Il volo di 40 metri non gli ha lasciato scampo. Con se’ aveva un copia del documento d’identita’, i poliziotti delle Volanti lo hanno identificato dalle scritte in latino tatuate sul braccio.

Un’ora e mezza dopo un passante ha trovato il corpo di Wijesuriyauna nella grande area verde alla periferia di Milano. Un punto in cui già da ieri si erano concentrate le ricerche. Qui ad intervenire sono stati i vigili del fuoco, il soccorritori 118, i carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni, gli agenti della polizia locale e il pubblico ministero.

Nel frattempo, all’ospedale Niguarda in mattinata si è svegliato nel letto di terapia intensiva il collega aggredito. L’uomo, le cui condizioni sono in miglioramento dopo l’operazione d’urgenza a cui e’ stato sottoposto, verrà sentito il prima possibile dalla Squadra mobile per raccogliere la sua testimonianza sull’aggressione subita e sui suoi rapporti con il 35enne e l’altra collega Chamila Wijesuriyauna. 

SHOCK – Il suicidio di Emanuele De Maria che si è gettato nel vuoto dalle terrazze del Duomo ha sconvolto una domenica di shopping nella principale via del centro di Milano. Sono tanti i passanti che si sono fermati a ridosso delle transenne in corso Vittorio Emanuele.

“Lo cercavano dappertutto e alla fine era proprio in Duomo”, ha osservato un uomo avvicinandosi al luogo dove è avvenuto il suicidio. Molti passanti chiedono alle forze dell’ordine che cosa sia accaduto, mentre gli agenti cercano di tenere alla larga i curiosi. Ora la zona transennata è stata ulteriormente ampliata mentre sono in corso i rilievi della scientifica e si è in attesa del magistrato di turno.

TONFO E URLA – Prima “un botto tremendo e poi le grida e la gente che scappava”. Così ha descritto il suicidio di Emanuele De Maria, che si è gettato nel vuoto dalle terrazze del Duomo di Milano, Tommaso il gestore di un chiosco che si trova proprio a pochi passi dal luogo in cui è avvenuto il fatto.

“Ho sentito un botto e ho visto la gente che scappava, poi un uomo per terra – ha detto -. Saranno state le due meno dieci del pomeriggio, mi sono spaventato sentendo le grida. Sono sceso dal chiosco e ho visto la persona per terra. Le forze dell’ordine in 10 minuti erano qua. Ho sentito un botto enorme, ho visto le scarpe che volavano. Si è svuotata la piazza in un attimo e ho pensato che poteva esserci qualcuno che sparava”. Delle persone che stavano passeggiando lungo corso Vittorio Emanuele II e che hanno assistito alla scena hanno spiegato invece di avere sentito un grido prima del salto nel vuoto di De Maria dal Duomo.

Emanuele Sanità, proprietario di una pizzeria che si trova a pochi metri da dove è avvenuto il suicidio, spiega di essere arrivato per primo vicino al corpo di De Maria. Anche lui racconta di “avere sentito un rumore come uno sparo di pistola, molto forte e un urlo e le persone che sono scappate via perché pensavano ci fosse una sparatoria – ha raccontato -. Io mi sono avvicinato e gli ho fatto delle foto, ho visto questa persona a terra, il viso era integro ma mi è sembrato di avere visto ferite alle orecchie e al cranio”.

Si è creato subito il vuoto totale attorno a lui, “tranne che per un poliziotto e due medici che sono accorsi subito”. In pochi minuti sono arrivate poi le forze dell’ordine.

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