Maggio Musicale: “Aida” contro la guerra, debutto fra gli applausi

FIRENZE – Ha debuttato nella Sala grande del Teatro del Maggio, ultimo titolo operistico dell’87° Festival del Maggio Musicale Fiorentino, l’Aida di Giuseppe Verdi diretta da Zubin Mehta in un allestimento non “canonico” firmato da Damiano Michieletto: non solo scompare l’Egitto dalle scene (a firma di Paolo Fantin; costumi di Carla Teti, luci di Alessandro Carletti), ma quello che succede in scena azzera i toni eroici di quel che viene cantato nella prima parte, quando Radamès va a coprirsi di gloria contro gli etiopi, il popolo della prigioniera Aida. Nella palestra dal soffitto bombardato della prima parte (atti I-II) gli stessi vincitori appaiono come profughi immiseriti; il balletto è sostituito da una premiazione degli eroi, due dei quali mutilati in sedia a rotelle, mentre scorrono immagini di volti tumefatti e insanguinati e stragi di civili inclusi donne e bambini. La piramide appare nell’ultimo atto ed è di cenere: il senso dichiarato dal regista è che ogni trionfo è effimero e ogni guerra porta morte, distruzione e miseria per tutti, inclusi i popoli vincitori (come diceva già Brecht ne “La guerra che verrà”). D’altronde, benché lo spettacolo sia di due anni fa, gli eventi degli ultimi giorni lo rendono ancora più attuale e il teatro, in un messaggio letto prima dell’inizio, lo ha dedicato a tutte le vittime visibili e invisibili dei conflitti e a tutti i costruttori di pace, sottolineando che nessuna ragione può giustificare una sola vittima innocente. Iniziativa lodevole salutata da un applauso lungo e convinto.
Zubin Mehta fa capire che ha interiorizzato in profondità quest’opera, che ha diretto a Firenze per la prima volta nel lontano 1969 e poi ancora nel 1996 (portandola anche in tournée in Giappone) e nel 2011; incline ai tempi dilatati, le parti più riuscite sono quelle più liriche e intimistiche, dal preludio al sognante finale. Olga Maslova (Aida, ruolo che ha debuttato nella scorsa stagione) e SeokJong Baek (Radamès) hanno voci estese e nitide e la loro interpretazione va migliorando nel corso dell’opera; Daniela Barcellona è stata chiamata a sostenere il ruolo di Amneris all’ultimo momento, una settimana fa, per malattia della titolare, e ne va ammirata la capacità di inserirsi in uno spettacolo cui ormai restavano un paio di prove e che tanto differiva da quello (tradizionale) in cui aveva avuto successo nel ruolo tre mesi fa a Buenos Aires. Superlativo anche stavolta il Coro preparato da Lorenzo Fratini. Nel complesso uno spettacolo che funziona, anche se non sono mancate le contestazioni di una parte degli spettatori all’indirizzo del regista (gli allestimenti andato in scena fra il 1969 e il 2011 erano solo due, entrambi tradizionali, e non tutti erano preparati). Molti applausi anche a scena aperta e standing ovation per Mehta da parte del folto e affezionato pubblico.
Repliche mercoledì 25 giugno e martedì 1°luglio alle 20; domenica 22 giugno alle 15.30 e sabato 28 giugno alle 17; biglietti in vendita anche direttamente sul sito del Maggio
