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Roma: uccide per vendetta l’assassino del figlio a Rocca di Papa. Fermato dai carabinieri

ROMA – Guglielmo Palozzi, 62 anni, di professione operatore ecologico, padre di Giuliano (un 34enne ucciso nel 2021 per un debito di droga) ha atteso il rilascio dal carcere dell’uomo condannato per la morte del figlio, e lo ha freddato con un colpo di pistola nella zona dei giardini pubblici in piazza della Repubblica a Rocca di Papa, comune in provincia di Roma. La vittima dell’agguato è Franco Lollobrigida, di 35 anni, che nel 2023 era stato condannato dalla Corte d’ Appello di Roma a 10 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale.

Il Lollobrigida era accusato di aver picchiato Giuliano Palozzi durante una lite legata a una somma di denaro per droga, causandone la morte. Oggi, a distanza di quattro anni, è stato ucciso a colpi di pistola, sparati dal padre della sua vittima, per vendetta. L’uomo ha atteso la vittima, per poi avvicinarsi con il carrello per la raccolta dei rifiuti e coglierla di sorpresa. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, coordinati dalla procura della Repubblica di Velletri, Guglielmo Palozzi avrebbe atteso l’ex detenuto e, senza dire una parola, avrebbe aperto il fuoco, sparandogli alle spalle. Lollobrigida è morto sul colpo. L’arma utilizzata è stata sequestrata dai carabinieri.

Il presunto killer è stato fermato poco dopo. Diverse persone presenti in piazza sono state ascoltate dagli investigatori per chiarire la dinamica esatta dell’accaduto. “Quanto è accaduto a Rocca di Papa con l’uccisione, da parte del padre, dell’assassino del figlio, condannato a dieci anni per omicidio preterintenzionale ma libero da due anni, è la tragica testimonianza che le famiglie che subiscono l’assassinio di un congiunto pagano due volte.

La prima per la vita del congiunto e la seconda per la remissione in libertà, con il cosiddetto sconto di pena, di chi ha provocato la morte del congiunto”, è stato il commento sulla vicenda di Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria, per il quale “senza attenuanti per il tragico gesto del padre di Giuliano, non si può però far finta di nulla rispetto a decine di casi di libertà anticipata rispetto alla pena, come di decine e decine di permessi ad uscire dal carcere per motivi di lavoro e studio.

Le forze dell’ordine sono ancora alla ricerca di Andrea Cavallari, il 26enne componente della ‘banda dello spray’, con condanna a 10 anni e 11 mesi, che dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna non è più rientrato in carcere, e che è solo l’ultimo caso di fuga. Alla base della scarcerazione dell’assassino di Giuliano e al permesso per Cavallari c’è la tesi – che almeno noi insieme alle famiglie delle vittime non condividiamo – della rieducazione della pena da ‘garantire a tutti e sempre'”. 

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