Carnevale di Viareggio 2026: guerra, Trump e clima protagonisti dei carri. Svelati i bozzetti

I maestri costruttori del Carnevale di Viareggio hanno svelato i bozzetti delle opere allegoriche che sfileranno dall’1 al 21 febbraio 2026 nei Corsi Mascherati, trasformando i viali a Mare in un vero spettacolo di musica, teatro e coreografie.
L’edizione 2026 prevede sei Corsi Mascherati: apertura domenica 1 febbraio (ore 15), notturno sabato 7, Giovedì Grasso 12 (ore 17), quarta sfilata domenica 15 (ore 15), Martedì Grasso 17 (ore 15) e gran chiusura sabato 21 (ore 17) con proclamazione dei vincitori e spettacolo pirotecnico. Anche quest’anno, Viareggio si conferma capitale della satira in cartapesta, capace di raccontare il mondo con ironia, arte e passione.
Tra i carri di Prima categoria, Jacopo Allegrucci con Nel campo dei miracoli denuncia le facili illusioni di fama e successo, celebrando invece chi sceglie la strada più difficile ma autentica. Alessandro Avanzini, in La gallina dalle uova d’oro, trasforma Ursula von der Leyen in una gallina robotica che depone bombe al posto di vita, simbolo di un’Europa sempre più militarizzata. Luca Bertozzi, con In bocca al lupo, invita ad affrontare i pericoli della vita con coraggio e ottimismo. Luigi Bonetti, in I samurai del potere, mette in scena Trump, Putin e Xi Jinping come tre samurai in lotta per dominare il drago del potere globale. Massimo e Alessandro Breschi, con The Last Hop(e), riflettono sulla fragilità della natura tra bellezza e disastro ambientale, con una provocazione sulla negazione del cambiamento climatico. I fratelli Cinquini, in Nemmeno con un fiore, lanciano un messaggio contro il possesso nelle relazioni, esaltando il rispetto e l’amore autentico.
Il duo Lebigre e Roger, in Gran Casino. Rien ne va plus, immagina il mondo come una roulette gestita dal Diavolo, dove si scommette con la vita stessa dell’umanità. Carlo e Lorenzo Lombardi, in 999, riprendono la storia di Sadako Sasaki e delle gru di carta, simbolo di una pace sempre incompiuta, oggi attuale nei teatri di guerra. Roberto Vannucci, in Io vivo in questo momento, invita a smettere di vivere prigionieri del passato o proiettati nel futuro, per godere appieno del presente.
