Affitti brevi, Property Managers: “L’aumento della cedolare secca dal 21 al 26% è una bastonata fiscale”

FIRENZE – “L’aumento dal 21% al 26% per chi ha un secondo immobile è una vera e propria bastonata fiscale che i proprietari non meritavano”. A dirlo è Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia e Ceo di Apartments Florence, che a poche ore dalla decisione sulla nuova disciplina della cedolare secca per le locazioni brevi da parte del Parlamento, lancia un appello perché la misura non si trasformi in un intervento punitivo verso migliaia di piccoli proprietari.
“Parliamo di persone normali – spiega il presidente -, non di grandi investitori. Chi possiede due immobili non è automaticamente un ricco da colpire: è qualcuno che spesso integra il reddito o mette a frutto una casa ereditata”.
“La misura – aggiunge Fagnoni – rischia di produrre effetti opposti a quelli dichiarati. Il Governo fino a ieri sosteneva che le locazioni turistiche fossero una risorsa, non un problema. Oggi ci usa come bancomat. E i territori più fragili rischiano di pagare il prezzo più alto”.
“Se possedessi due o tre immobili in un borgo semi-vuoto – continua il presidente -, con queste regole dovrei addirittura aprire Partita Iva e subire una pressione fiscale tale da rendere non redditizio qualunque intervento. Risultato: non investirei. E quei borghi resterebbero sempre più abbandonati”.
“Il problema si ripresenta anche nelle città – sottolinea Fagnoni -. Molti appartamenti sono affittati a studenti per 8–10 mesi l’anno – spiega Fagnoni -. I restanti periodi vuoti vengono coperti con qualche giorno di locazione turistica, giusto per non lasciare la casa inutilizzata. Con le nuove soglie, basterebbero poche notti l’anno per trasformare il proprietario in un imprenditore turistico. A quel punto, dovendo scegliere, molti rinuncerebbero del tutto a offrire la casa in affitto. È il modo migliore per ridurre l’offerta, non per aumentarla”.
“Chiediamo una norma equilibrata – prosegue il presidente -, non ideologica. Una norma che distingua davvero tra chi gestisce decine di immobili in forma imprenditoriale e chi semplicemente cerca di non lasciare un appartamento vuoto. Perché colpire questi ultimi non porta più case sul mercato: ne toglie”.
“Invitiamo quindi Parlamento e Governo ad un confronto serio sulle misure fiscali da introdurre – conclude Fagnoni -. Serve realismo. Serve buon senso. E servono regole che non mettano in difficoltà proprio quelle famiglie che oggi stanno tenendo in piedi l’offerta abitativa del Paese”.
