Maggio Musicale: torna «La bohème» di Puccini con due nuovi cast per 8 recite

FIRENZE – Da sabato 20 dicembre (alle 17) a domenica 4 gennaio (alle 15.30) torna al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino La bohème, con musica di Giacomo Puccini su libretto di Illica e Giacosa; alla guida dell’Orchestra, del Coro e del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio, il maestro Diego Ceretta; Carolina López Moreno (che ebbe enorme successo nella passata stagione al Maggio come Madama Butterfly) e Nombulelo Yende si alternano nel ruolo di Mimì; Long Long e Davide Giusti in quello di Rodolfo; Danylo Matviienko e Francesco Samuele Venuti interpretano Marcello e Mariam Battistelli e Elisa Balbo vestono i panni di Musetta. La regia, ripresa da Stefania Grazioli, è quella firmata da Bruno Ravella che debuttò nel 2017 ed è stata più volte ripresa con successo: tradizionale, con bei costumi, gradevole da vedere.
Sono otto le recite complessive, quattro per ognuno dei due cast: il 20, 21, 23, 28, 30 e 31 dicembre 2025 e il 2 e 4 gennaio 2026; le recite col secondo cast (che annovera comunque nomi tutt’altro che di second’ordine: anzi, sarebbero da ascoltare entrambi!) sono quelle del 21, 28, 31 dicembre e 4 gennaio.
Gli altri interpreti sono Matteo Loi e Giuseppe Toia (recite del 21, 28, 31/12 e del 4/1) come Schaunard; da Manuel Fuentes nella parte di Colline; Davide Sodini nella doppia parte di Benoît e Alcindoro; Carlo Messeri e Massimiliano Esposito (recite del 30, 31/12 e del 2, 4/1) nel ruolo di Un venditore ambulante e Alessandro Lanzi e Matteo Tavini (recite del 30, 31/1 e del 2, 4/1) nei panni di Parpignol. Chiudono il cast, come Sergente dei doganieri e di Un doganiere, Lisandro Guinis e Dielli Hoxha (recite del 30, 31/12 e del 2, 4/1) e Nicolò Ayroldi ed Egidio Massimo Naccarato (recite del 30, 31/12 e del 2, 4/1). Figuranti speciali Roberto Andrioli, Elena Barsotti, Andrea Bassi, Ilaria Brandaglia, Francesca Cellini, Giampaolo Gobbi, Stefano Francasi, Maria Caterina Frani, Federico Raffaelli, Francesco Pacelli, Federico Vazzola.
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Diego Ceretta, che torna sul podio della Sala Grande del Maggio dopo il War Requiem da lui diretto la scorsa primavera, e che con questo titolo affronta per la prima volta in carriera un’opera lirica al Maggio, ha sottolineato i tratti che più caratterizzano questa produzione e la sua interpretazione dell’opera di Puccini: “La partitura di Bohème è sempre una grande sfida per un direttore d’orchestra perché sono tanti gli aspetti di cui tener conto. Per esempio il 2º quadro è particolarmente complesso perché bisogna governare una massa sonora importante: banda, coro, voci bianche e orchestra, tutti inseriti in una scrittura fitta e molto articolata. Anche l’attacco del 1º quadro ha un peso specifico notevole. Nonostante questo penso che dal punto di vista musicale La bohème sia l’opera migliore con cui un direttore, anche giovane, possa iniziare ad approcciarsi alla lirica pucciniana: ha una freschezza e un’immediatezza che ‘chiedono’ di lasciarla esprimere senza che la si costruisca a tavolino. Lo stesso vale per i rapporti tra i personaggi – continua Ceretta – che sono molto stretti, non solo musicalmente, ma anche a livello di libretto. La bohème è costruita per coppie — Rodolfo e Mimì, Marcello e Musetta, Schaunard e Colline — oltre che sull’amicizia che lega i quattro amici. La mia direzione serve proprio a questo: non a forzare le relazioni, ma a far capire passo dopo passo perché un personaggio esprime o canta qualcosa e perché l’altro reagisce in un certo modo. Tutti conoscono profondamente l’opera e l’hanno cantata tantissime volte – quindi il lavoro, il mio lavoro con loro – consiste soprattutto nell’aprire nuovi spiragli interpretativi”.
Lo spettacolo è una ripresa di quello andato in scena per la prima volta nel settembre 2017 e poi ripreso fra il dicembre 2019, il gennaio del 2020 e il novembre del 2023, sempre accolto con grande calore sia dalla critica che dal pubblico. L’allestimento vede Rodolfo, Mimì, Marcello, Musetta e gli altri protagonisti nella Parigi del tardo Ottocento: lo spaccato della soffitta di Rodolfo e Marcello dove si ambienta il primo quadro dell’opera è semplice ed essenziale negli spazi, mentre nel secondo quadro a dominare la scena è un grande semicerchio ricco di luci, con lo scheletro della soffitta del primo quadro che diventa la struttura del celeberrimo Café Momus. Anche il terzo quadro è semplice nella sua struttura: l’ambientazione della scena ambientata a La Barriera d’Enfer è formata da una piccola costruzione in legno, una sbarra e una panchina. Le scene sono curate ma non smodatamente realistiche, in modo da non mostrare un semplice ritratto fotografico dell’epoca in cui è ambientata la produzione ma volte più a ‘suggerire’ gli spazi piuttosto che a mostrarli come in una vera e propria fotografia.
Solo ascolto: 10€ – Visibilità limitata: 15€ Galleria: 35€ Palchi: 45€ Platea 4: 65€ – Platea 3: 75€ – Platea 2: 90€ Platea 1 (Repliche): 110€ Platea 1 (Prima recita): 130€, in vendita anche direttamente sul sito del Maggio
Durata: Prima parte: 1 ora | Intervallo: 30 minuti | Seconda parte: 1 ora e 5 minuti. Durata complessiva: 2 ore e 35 minuti circa
Gli spettacoli sono preceduti dalle guide all’ascolto. Sono tenute nel Foyer della Sala Grande il 20, 21 e 23 dicembre da Marco Cosci e il 28, 30, 31 dicembre e il 2 e 4 gennaio da Maddalena Bonechi.
