Torino: scontri al corteo di Askatasuna. Nove agenti feriti. Salvini: “Ruspe sui centri sociali”

TORINO – Corteo di protesta per la chiusura del centro Askatasuna. E giornata di tensione, il centro della città di Torino bloccato, un bilancio di 9 agenti feriti, e una serie di ulteriori iniziative annunciate a stretto giro.
È questa la sintesi della manifestazione di oggi, 20 dicembre 2026, tra le vie del capoluogo piemontese dagli attivisti del centro sociale Askatasuna dopo lo sgombero di giovedì. Lo slogan ‘Askatasuna non si tocca, lo difenderemo con la lotta’ è risuonato per tutta la manifestazione che, dalle 14.30, ha sfilato lungo le vie di Torino. Un corteo partecipato, con bambini e famiglie in testa ad aprirlo e che, nel corso del pomeriggio, si è trasformato in guerriglia urbana, con oggetti contro le forze dell’ordine, fumogeni, idranti in azione, e cassonetti bruciati.
Nove gli agenti feriti, colpiti in particolare da tutto ciò che una parte degli antagonisti, a volto coperto, ha lanciato contro il cordone a protezione della sede sgomberata, al civico 47 di corso Regina Margherita.
Tutto è degenerato quando la manifestazione, partita da Palazzo Nuovo, si è incanalata lungo il corso, in zona Vanchiglia, dove un imponente schieramento di polizia ha impedito ai manifestanti di avvicinarsi alla storica sede del centro sociale. Lanci di oggetti di ogni tipo, compresi mattoni e bottiglie di vetro, da una parte degli antagonisti, molti a volto coperto, contro gli agenti: fumogeni e idranti in azione dalle forze dell’ordine che hanno allontanato i manifestanti.
Le tensioni sono andate avanti con gli antagonisti che hanno usato i cassonetti a mo’ di barricata, dando fuoco e rovesciandone alcuni per bloccare il corso, mentre la polizia continuava con le manovre di allontanamento. Il grosso del corteo ha poi continuato il percorso, arrivando poco dopo le 18 in piazza Gran Madre dove la manifestazione si è conclusa.
Nella fase finale qualcuno tra i manifestanti ha proiettato delle luci sui palazzi della piazza con le scritte ‘Sbirri di merd*’, ‘Meloni dimettiti’ e ‘Aska libera’. “Askatasuna non è un palazzo, oggi lo abbiamo dimostrato. Askatasuna siamo noi, sono tutte quelle persone che sognano un mondo più giusto e migliore”, le parole degli attivisti che hanno annunciato un mese di mobilitazione, lanciando per il 31 dicembre una manifestazione per le strade della città.
“Oggi non è una data di fine, ma è un inizio – ha detto il portavoce di Askatasuna, Stefano -. Ci sarà un’assemblea cittadina il 17 gennaio e un corteo nazionale il 31 gennaio. Si deve ripartire da quei movimenti contro il genocidio in Palestina. La solidarietà è arrivata da tutta Italia e non solo. Il quartiere Vanchiglia è come fosse la Val di Susa, con un dispiegamento di forze come se si fosse in guerra” ha aggiunto, sottolineano i messaggi giunti anche dai Paesi Baschi. Delegazioni di antagonisti sono arrivate da altre città, come Milano, Genova e dal Nord Est. Numerose le bandiere No Tav e della Palestina.
COMMENTI – Sugli attivisti di Askatasuna, “tanti di questi sono figli di papà che se la prendono coi figli del popolo- ha affermato il vicepremier Antonio Tajani -. La violenza va contro i cittadini. Manifestare è un diritto, ma distruggere automobili o picchiare poliziotti carabinieri e finanzieri che fanno il loro dovere non va bene”. “Eccola la vostra democrazia, la vostra maledetta violenza, la barbarica voglia di sfasciare la nostra benedetta democrazia – ha detto a fine giornata Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione. Siete gli stessi – ha aggiunto – che non molti decenni fa portarono il terrore nelle nostre strade, ma stavolta fidatevi, non ci riuscirete”.
“Nulla – ha commentato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo – può giustificare la violenza e i danneggiamenti, mai: si tratta di comportamenti inaccettabili che non solo violano la legalità, ma compromettono gravemente la credibilità, la forza e il senso stesso delle rivendicazioni”.
“Oggi lo Stato ha confermato che non si lascia intimidire e che illegalità e aggressioni non trovano cittadinanza a Torino e in Piemonte” le parole del presidente della Regione, Alberto Cirio.
Mentre per il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, ‘lo sgombero di Askatasuna è solo l’inizio. Ruspe sui centri sociali covi di delinquenti’. La partenza della manifestazione è stata davanti alla sede storica delle facoltà umanistiche, Palazzo Nuovo, con oltre tremila persone. Hanno iniziato a camminare al grido “Askatasuna vuol dire libertà (in lingua basca, ndr), nessuno ci fermerà” e “guai a chi ci tocca”. C’erano residenti del quartiere dove si trova il centro sociale sgomberato, giovani e bambini con uno striscione con le impronte delle loro mani.
In corteo anche la capogruppo in Consiglio regionale di Avs, Alice Ravinale, e Giorgio Airaudo, segretario regionale Piemontese della Cgil, tra i garanti del patto con la Città per trasformare il piano terra di quell’edificio in bene comune, saltato giovedì all’alba con la presenza di persone al terzo piano, inagibile. “Penso che il Comune di Torino – ha detto – avesse fatto la cosa giusta e che debba riprendere quella strada, che è una strada di dialogo. Ovviamente il discrimine delle responsabilità e della non violenza è fondamentale”.
