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Pensioni e statali non si toccano. Bene. Ma ora via a sviluppo e crescita

Matteo Renzi e Graziano Delrio
Matteo Renzi e Graziano Delrio

Dopo le ripetute denunce che da queste colonne abbiamo fatto in merito all’eccessiva attenzione del governo sulle pensioni per batter cassa, le polemiche che a livello nazionale sono state riportate da tutti i mass media e le proteste dei sindacati e dipendenti statali hanno avuto qualche effetto. I due massimi rappresentanti del governo, Matteo Renzi e Graziano Delrio hanno assicurato che l’esecutivo non ha alcuna intenzione di toccare pensioni e statali.

DELRIO – Graziano Delrio: “Escludo categoricamente interventi. Decide Renzi” . E aggiunge: “Prelievi sulle pensioni più alte? A Palazzo Chigi non abbiamo nessuna proposta in questo senso. E siccome decide Palazzo Chigi, cioè Renzi, escludo in maniera categorica che ci saranno interventi sulle pensioni. La filosofia di questo governo non è mettere nuove tasse, semmai rimettere qualcosa nelle tasche degli italiani”. Conclude: «Combattere la corruzione e l’evasione fiscale è la più grande spending review che possiamo fare. Combattere il lavoro nero, l’evasione e fare in modo che tutti paghino le tasse, il giusto, ma tutti. Questo vogliamo fare».

RENZI – Il premier Matteo Renzi è addirittura più netto: “Chiacchiere da calciomercato. Chi oggi parla di manovre e di pensioni parla di cose che non sono all’ordine del giorno. La via maestra per recuperare risorse per il 2015 è, e resta, quella della revisione della spesa”. Certo ci potrebbe essere un intervento sugli sconti fiscali: “E’ una delle opzioni sul tavolo” perché non si può più “immaginare che detrazioni sui mutui, per le spese veterinarie o le palestre” vadano a tutti “a prescindere dal reddito”.  Sembra dunque che le pensioni e gli statali siano in salvo, e che si voglia soprattutto combattere l’elusione e l’evasione fiscale. La scommessa: recuperare due miliardi per coprire il bonus degli 80 euro.

PROMESSE – Ma ci sarà da fidarsi delle promesse e delle affermazioni dei due ex sindaci che hanno assunto adesso la veste di governanti del Belpaese? Stando alle intenzioni che ha sempre professato Renzi, addirittura quando era ancora aspirante Segretario Pd, non tanto. Il boy scout fiorentino ha più volte affermato infatti che il regime delle pensioni più alte e di quelle di reversibilità (ha fatto riferimento anche a quella di sua nonna) deve essere riesaminato nel quadro di una maggiore giustizia sociale e con la finalità di un patto fra generazioni, che faccia sì che pensioni adeguate siano garantite anche a chi adesso è giovane. E ha più volte confermato la sua poca stima nei confronti dei dipendenti e dei dirigenti pubblici.

PENSIONI – Come più volte ho affermato, non è giusto colpire chi ha pagato contributi per una vita. Soprattutto non è equo, come ha riconosciuto più volte ormai la Corte Costituzionale, colpire solo una categoria (i pensionati) con contributi di solidarietà.  La finalità di riequilibrio sociale deve essere garantita attraverso la leva fiscale, facendo pagare le tasse a tutti.

IMPRESE – Per rilanciare la crescita del paese non bisogna mirare soltanto a reperire i fondi per coprire le spese, ma occorre approvare provvedimenti che aiutino le imprese a risollevarsi, a ottenere finanziamenti dalle banche, finora col braccino corto. Bisogna incentivare i consumi e promuovere ancor di più l’esportazione. Ci vuole un programma simile a quello realizzato da De Gasperi e dai governi democristiani nel dopoguerra, con l’aiuto degli Stati Uniti, quando la gente era incitata al lavoro, all’impegno e alla speranza dall’esempio concreto e non soltanto dalle parole e dalle promesse dei governanti.

SBLOCCA ITALIA – I provvedimenti del decreto sbloccaItalia, che dovrebbero approdare in Consiglio dei ministri il 29 agosto, mirano proprio a questo: allo sblocco delle grandi opere utilizzando la leva fiscale e agevolando i meccanismi di finanziamento sul mercato. L`intenzione dell`esecutivo è soprattutto quella di rilanciare i «Project Bond», le obbligazioni emesse dalle imprese o dai loro consorzi per finanziare la realizzazione delle infrastrutture. Finora i «Project Bond» sono stati utilizzati in Italia solo per la realizzazione del passante autostradale di Mestre, ma i tecnici del Tesoro ritengono che questa sia la via da battere per spingere gli investimenti nel settore senza far ricorso alle risorse pubbliche. È già un buon inizio: l`obiettivo è destinare e rendere subito impegnabili somme fino a un massimo di due miliardi di euro dal Fondo coesione 2014-2020.  Per sbloccare i cantieri dovrebbe essere inoltre certa la decisione di commissariare alcune tratte ferroviarie ad alta capacità, quali la Napoli-Bari, la Torino-Lione, il Brennero, la Catania-Palermo, e questo pacchetto potrebbe costituire uno dei volani della ripresa.

EUROPA – Occorre fare i conti anche con l’Europa, che deve aiutare di più i paesi in difficoltà, ma che chiede la realizzazione di certe condizioni per fornire il proprio aiuto. Draghi proprio ieri ha sostenuto che «le politiche per stimolare la domanda aggregate devono essere accompagnate da riforme nazionali strutturali». È un dato di fatto che i Paesi che hanno realizzato riforme, come Spagna e Grecia, sono sulla via della ripresa. Draghi chiede anche «politiche fiscali più favorevoli alla crescita», perché «i margini ci sono».

In questo quadro, dunque, per risollevare l’economia italiana abbiamo certo bisogno che l’Europa faccia quanto promesso, ma in primo luogo la spinta deve venire dal nostro interno. Il Paese deve cambiare e può cambiare se l’intera comunità chiede di farlo e crede nel risultato. Non bastano le leggi, occorre che i nostri governanti agiscano e diano il buon esempio. Stiano sicuri che una buona parte del popolo italiano li seguirà con fiducia e impegno e, come dice Renzi, con la speranza che le cose cambino davvero.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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