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Leopolda, Renzi davanti ai suoi scomunica i contestatori: «La Cgil non ci fermerà»

La Leopolda 5, cittadini in platea
La Leopolda 5, cittadini in platea

FIRENZE – Un grande show multimediale. Duemila persone disciplinate, prese dal carisma del capo in jeans e camicia bianca a maniche arrotolate. Parole intervallate a musica e spezzoni video. Una forza tranquilla di giovani, uomini e donne di mezza età, ma anche anziani. La Leopolda 5 non è una riunione di corrente, non una manifestazione di governo, non un grande raduno di partito. È l’assemblea del popolo trasversale di Matteo Renzi. Dove le appartenenze politiche tradizionali saltano via, e in tanti ritrovano entusiasmo per la politica attorno alla figura del leader.

CGIL NON CI FERMERA’ – Lo dimostra ancora una volta l’edizione della manifestazione appena cominciata all’ex stazione granducale. Il leader carismatico sale sul palco tipo «garage» creativo. E spazia. Recita un discorso che non è un comizio. È un flusso di coscienza politica, inframezzato da gag e battute. Che però parte sempre dal «noi». «Eravamo un’allegra brigata di sognatori, ora siamo qui e non molliamo», garantisce, mettendo una diga tra la Leopolda «dove si propone» e la piazza della Cgil «dove si protesta contro il governo, contro di me», dice il premier, «ma non ci fermeranno».

GOVERNO «LEOPOLDA» – Mezzo Esecutivo parteciperà alla due giorni di dibattiti ed interventi dal palco nella vecchia stazione fiorentina. Alcuni ministri, come Giuliano Poletti, parteciperanno domani anche ai tavoli di discussione con i cittadini. Fucina negli anni scorsi, si vantano i renziani, di proposte e idee che poi sono diventate programma di governo.

MINORANZA PD IN PIAZZA – Contro questo stile, oltre che contro i contenuti del Jobs Act, la Cgil è convinta di portare in piazza, oggi 25 ottobre a Roma, centinaia di migliaia di persone. E una larga fetta della minoranza Pd, da Stefano Fassina a Pippo Civati, da Cesare Damiano a Guglielmo Epifani, sfileranno per le vie di Roma contro le politiche del governo.

NO ALLO SCIOPERO GENERALE – «Ho grande rispetto per la manifestazione della Cgil – sostiene Renzi – ma il fatto che Vendola la usi per annunciare uno sciopero generale dimostra come quella piazza si stia caricando di grandi significati politici. Quella piazza è di protesta sindacale e politica e io la rispetto ma la Leopolda è un’altra cosa: non si protesta ma si propone». Ma se la Leopolda è il simbolo del Pd di Renzi, spicca l’assenza della sinistra del partito: ci sarà il ministro Andrea Orlando e qualche esponente dei «giovani turchi» ma il resto della minoranza o sarà in piazza con la Cgil o, come Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema, altrove. Di certo non a Firenze.

LA NOSTRA GENTE – Il presidente del Consiglio però punta tutto su ottimismo e positività. E attacca: «Continuano a dire che alla Leopolda c’è gente strana, che non ci sono le bandiere del Pd: alla Leopolda c’è la nostra gente che ha voglia di credere nella politica in un modo diverso dal passato. Smettete di parlare male della Leopolda».

PATTO DEL NAZARENO – Contenuti politici? Non più che tanti nel discorso renziano. Ma la lingua batte dove il dente duole. Così il premier-segretario rivendica l’enigmatico patto con Berlusconi. «Il patto del Nazareno è un accordo istituzionale – è il suo mantra -. Le regole del gioco si scrivono insieme. Io lo difendo in tutte le salse. Quando avete dei dubbi sulla bontà del patto del Nazareno, ricordate che Minzolini, Razzi e Scilipoti non lo hanno votato».

COSE DA FARE – «Quando domenica chiudiamo – raccomanda il leader -, chiudiamo con un elenco di cose da fare, perché chi non sa cosa sia la Leopolda, quelli che stanno fuori da qui, da noi si aspettano che l’Italia si rimetta in moto e se noi saremo bravi alla fine di questa tre giorni dal garage finalmente la macchina si metterà in moto».

GUFI DA SCACCIARE – «Piaccia o non piaccia ai gufi a noi è dato il compito di restituire all’Italia la possibilità di un futuro», insiste Renzi, richiamando una delle parole chiave, gufi, più gettonate nella comunicazione pubblica che ha inaugurato come capo del Governo.

LA MADRINA BOSCHI – Leopolda 5, dunque, è cominciata in grande stile. La sfida, come oltre al premier ha sottolineato il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, organizzatrice e madrina della manifestazione, «è uscire da qui domenica non contenti di esserci trovati come compagni di scuola dopo una cena di classe, ma con proposte e progetti per cambiare il Paese. La Leopolda è il garage in cui sogniamo, un laboratorio di idee».

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Domenico Coviello

Giornalista

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