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Confartigianato Toscana la crisi affossa la ripresa delle imprese

Iva anticipata allo Stato: meno liquidità per le imprese

Confartigianato Toscana la crisi affossa la ripresa delle imprese
la ripresa delle imprese tarda

Per le imprese che lavorano con la pubblica amministrazione ci sarà meno liquidità per 1,5 miliardi di euro. A sostenerlo è la Cgia di Mestre. A partire dallo scorso primo gennaio, infatti, la legge di Stabilità ha introdotto una disposizione che prevede, nelle transazioni commerciali tra imprese private e Pubblica Amministrazione, un nuovo regime fiscale noto con il termine ‘split payment’.

SPLIT PAYEMENT – In pratica, una volta terminata un’opera, una manutenzione, un servizio o una fornitura di beni a una Amministrazione Pubblica, l’impresa, sottolinea la Cgia di Mestre, deve emettere la fattura con l’Iva. La novità è che l’Iva non dovrà essere incassata dall’imprenditore, bensì dovrà essere versata all’Erario dal committente pubblico. Pertanto, le imprese che lavorano prevalentemente con la Pa, sostiene la Cgia, “non incasseranno più l’Iva e quindi avranno una minore disponibilità di liquidità. L’Iva incassata fino al mese scorso, comunque, non rimaneva nelle casse delle imprese, ma veniva versata allo Stato entro il mese o il trimestre successivo al pagamento della fattura. In buona sostanza, si trattava di una partita di giro”.

IVA – Tuttavia, questa ‘sfasatura’ tra l’incasso e il pagamento, spiega la Cgia, “consentiva alle aziende di recuperare l’Iva pagata sugli acquisti/prestazioni ricevute e di disporre con continuità di una discreta quantità di risorse finanziarie per affrontare le esigenze di pagamento più immediate. Ora, questa possibilità non è più permessa: perciò, le aziende si troveranno a credito di Iva (non potendo, come spiegato, recuperala sugli acquisti) e, almeno fino al prossimo 16 maggio, gli effetti di questa situazione saranno molto negativi”. Solo a partire da questa data, infatti, il calendario fiscale, rileva la Cgia, “consentirà alle aziende fornitrici di compensare i crediti Iva maturati con eventuali debiti fiscali verso l’Erario o con gli enti previdenziali/assicurativi (Irap, Irpef, Ires, Inps, Inail, ecc)”.

16 MAGGIO – Pertanto, fino al prossimo 16 maggio coloro che lavorano quasi esclusivamente con il settore pubblico si troveranno a corto di liquidità e, conseguentemente, con un flusso finanziario ridotto ai minimi termini. “Pur sapendo che la novità fiscale introdotta con legge di Stabilità ha come obbiettivo quello di contrastare l’evasione dell’Iva – segnala il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – in questi primi 5 mesi dell’anno non saranno poche le aziende che dovranno fare i salti mortali per avere a disposizione un po’ di liquidità. Se a ciò aggiungiamo che chi lavora con la Pa sconta dei ritardi di pagamento non riscontrabili in nessun altro Paese europeo, il risultato è drammatico. Lavorare per lo Stato non sempre è conveniente”. Proprio per scoraggiare i ritardi nei pagamenti, dall’inizio di quest’anno c’è una grossa novità: le Pa che impiegano troppo tempo per pagare i fornitori non potranno più assumere.

Nel momento in cui la Bce ha fatto una grossa iniezione di liquidità alle banche perché favoriscano imprese e cittadini, il Governo ha approvato una misura che, almeno temporaneamente, svantaggia chi lavora per la pubblica amministrazione. E per di più i poagamenti promessi da Renzi ancora sono in  ritardo.

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