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Toscana, profughi: «Sono 5.900 in 415 strutture». E ora faranno lavori socialmente utili

Migranti e profughi al lavoro per ripulire Firenze dopo il nubifragio (foto Twitter - Erasmo D'Angelis)
Migranti e profughi al lavoro per ripulire Firenze dopo il nubifragio (foto Twitter – Erasmo D’Angelis)

FIRENZE – La Toscana fa il punto sull’accoglienza a profughi e migranti in fuga dalla guerra. Al momento, ha dichiarato oggi 6 ottobre l’assessore regionale all’Immigrazione, Vittorio Bugli, «abbiamo circa 5.900 profughi in 415 strutture. Siamo su una media di 14-15 ospiti per struttura, quindi mi sembra di poter dire che regge».

Bugli ha anche ricordato che a un mese dal suo avvio, il servizio telefonico di pronta accoglienza istituito dalla Regione ha ricevuto già circa 500 telefonate e 215 famiglie hanno offerto posto nella loro casa e in totale sono stati contati 410 posti letto disponibili. Altri si sono detti disponibili ad affittare la loro seconda casa e in totale vi sono 120 appartamenti disponibili.

«Certamente vi sono dei Comuni che non hanno ancora ospiti sul loro territorio – ha osservato Bugli -. Noi diciamo se il motivo è che non ci sono strutture dateci delle aree dove mettere a disposizione i nostri moduli abitativi. Ovviamente, in un numero ridotto sul modello dell’accoglienza diffusa. E diciamo che da qui in avanti che chi è stato fermo si muova nel dare un contributo a ricercare che anche sul suo territorio, spesso sono anche Comuni che dovrebbero ospitare 5-10 profughi, è l’ora che lo facciano».

Stamani è stato firmato un protocollo d’intesa fra Regione, prefettura di Firenze e Anci: i profughi puliranno piazze, vie e giardini, magari le sponde dei torrenti: d’accordo con Comuni ed anche i consorzi di  bonifica. Già in parte lo stanno facendo. Garantiranno l’apertura di spazi pubblici ora chiusi oppure aiuteranno a tenere in ordine un pezzo di via Francigena. Non da soli, ma assieme (spesso) ai toscani che abitano quei luoghi. Da volontari, ricambiando l’ospitalità ricevuta.

Il Protocollo interessa anche associazioni di volontariato e cooperative che gestiscono in questi mesi l’attività di accoglienza. La Regione garantirà in particolare fino a un massimo di 100 euro, una tantum, per profugo-volontario: per la formazione, l’acquisto del  vestiario necessario, la responsabilità civile verso terzi e l’assicurazione contro eventuali possibili infortuni, per cui le associazioni potranno comunque ricorrere (in alternativa) al fondo già attivo presso l’Inail. I soldi andranno ai Comuni e la Regione ha stanziato per adesso 100 mila euro.

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