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Firenze capitale, Mattarella a Palazzo Vecchio: «Uniti contro la guerra globale, non ci piegheremo al terrorismo»

Sergio Mattarella nel Salone dei Cinquecento
Sergio Mattarella nel Salone dei Cinquecento

FIRENZE – In un Palazzo Vecchio blindato come non accadeva da anni, a soli 5 giorni dagli attentati di Parigi, e mentre era in corso nella capitale francese la battaglia di Saint Denis – un blitz delle teste di cuoio cominciato prima dell’alba (e durato quasi 7 ore) contro un covo dei terroristi islamisti che ha portato a violenti scontri a fuoco e all’uccisione di due persone con l’arresto di altre sette – è arrivato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Con lui il ministro per le Riforme costituzionali, Maria Elena Boschi, il sindaco Dario Nardella, il presidente della Toscana, Enrico Rossi, il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani. Presenti fra gli altri anche il cardinale arcivescovo Giuseppe Betori e il rabbino capo Joseph Levi.

NON CI PIEGHERANNO – «Il terrorismo è un tentativo di guerra globale dalle modalità inedite – ha detto il Capo dello Stato riferendosi ai fatti di Parigi – dobbiamo essere uniti e determinati per affermare insieme un nuovo umanesimo». «Dobbiamo garantire sicurezza senza rinunciare alle libertà e promuovere il dialogo». «Non sradicheremo l’odio facendolo entrare nelle nostre vite – ha sottolineato il presidente in un passaggi molto applaudito del suo discorso -, non ci piegheremo, non ci faremo rubare il nostro modello di vita e il nostro futuro».

FIRENZE CITTA’ DI PACE – «Firenze è città di pace – ha sottolineato il Capo dello Stato – anche io voglio ricardare Giorgio La Pira, che 60 anni fa con i suoi incontri del Mediterraneo aveva compreso l’importanza del ‘mare nostro’ e del dialogo interreligioso». «La lingua italiana per unificare il Paese – ha aggiunto Mattarella – fu fornita da Firenze a tutta l’Italia».

Firenze, Laura Morante e Stefano Accorsi nel Salone dei Cinquecento
Firenze, Laura Morante e Stefano Accorsi nel Salone dei Cinquecento

ACCORSI E MORANTE – Il presidente della Repubblica ha partecipato ai festeggiamenti per ricordare il 18 novembre 1865: esattamente 150 anni fa si teneva a Firenze appena nominata capitale d’Italia – nel Salone dei Cinquecento –  la prima seduta della Camera dei Deputati. A rileggere il discorso di Re Vittorio Emanuele II e le reazioni dei principali deputati – in quella Camera, in Palazzo Vecchio, sedevano, fra gli altri, uomini del calibro di Giuseppe Mazzini, Carlo Cattaneo e Francesco Crispi – gli attori Stefano Accorsi e Laura Morante. Sul palco le musiche sono state selezionate dalla Filarmonica Gioacchino Rossini.

METAL DETECTOR – Imponenti le misure di sicurezza a tutela dell’evento: oltre all’accesso solo su invito, all’ingresso sono stati realizzati controlli approfonditi per ognuno dei singoli partecipanti. Persino i cronisti, così come i presenti nel Salone dei Cinquecento, sono dovuti passare al vaglio di due metal detector: il primo all’ingresso di Palazzo Vecchio, lato via dei Gondi, il secondo 30 metri più avanti, alla base della scalinata verso il Salone.

GIANGRANDE – Infine il presidente della Repubblica ha consegnato l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Al Merito della Repubblica Italiana al maresciallo dei carabinieri Giuseppe Giangrande, rimasto ferito nella sparatoria davanti a Palazzo Chigi, nel 2013, il giorno dell’insediamento del Governo Letta. La figlia del maresciallo, Martina Giangrande, era presente alla cerimonia, che si è tenuta subito dopo la commemorazione dell’insediamento del Parlamento della IX Legislatura del Regno d’Italia.

ACCADEMICO DELLA CRUSCA – Nel pomeriggio, durante una cerimonia che si è tenuta nella Villa medicea di Castello, il presidente Mattarella è stato nominato accademico onorario della Crusca. Sergio Mattarella è il terzo Capo dello Stato a essere nominato accademico onorario dopo Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Nella motivazione per la nomina di accademico si sottolinea come «già durante il periodo in cui fu Ministro dell’Istruzione nel 1989-90» Mattarella «ha mostrato particolare cura per l’educazione linguistica nazionale, prevedendo per i ragazzi delle scuole elementari la possibilità di accostarsi a più di una lingua».

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Domenico Coviello

Giornalista

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