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Ue: Italia ancora sotto esame per debito elevato. Scarsa produttività e competitività

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (s) e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri, Roma, 18 settembre 2015. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (s) e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan

Il debito «molto elevato», una produttività inadeguata e la scarsa competitività sono i tre principali rischi che la Commissione Ue ha da tempo individuato nella situazione dell’Italia, e che non sono stati ancora nè diminuiti né tanto meno eliminati. Per questo la Commissione dell’Unione Europa proseguirà il monitoraggio delle vicende dei paesi a rischio, tenendo conto che gli squilibri macro-economici dell’Italia restano «eccessivi».

SQUILIBRI – È quanto si legge nell’ultimo rapporto Ue, nel quale l’Italia compare nel nutrito gruppo di Paesi più a rischio. La Commissione quindi stenderà un’analisi approfondita a febbraio 2016 per l’Italia e altri 17 Paesi Ue che presentano squilibri, tra i quali c’è anche la Germania che continua ad essere sotto osservazione per il surplus troppo elevato.

DEBITO – «A febbraio 2015 la Commissione aveva concluso che l’Italia presentava squilibri macro-economici eccessivi che richiedevano azioni decise e un monitoraggio specifico, in particolare sul debito molto alto e la debolezza della competitività. Nella classifica aggiornata sono diversi gli indicatori che oltrepassano le soglie, in particolare perdita di quote di export, debito, disoccupazione e aumento di quella giovanile», scrive Bruxelles nel nuovo rapporto. «Il calo della produttività e la bassa inflazione trattengono la riconquista della competitività» e il debito «è salito nel 2014, guidato da crescita e inflazione basse, e deficit». Inoltre «la debolezza economica si riflette anche nel declino del rapporto investimenti/pil, parzialmente guidati da un’ulteriore contrazione del credito nel 2014». Le condizioni del credito infatti, «nonostante alcuni miglioramenti da metà 2014, continuano a risentire della grande quantità di crediti deteriorati».

DISOCCUPAZIONE – Infine, la disoccupazione ha avuto il suo picco nel 2014, ma resta elevata assieme a quella giovanile e quella di lungo termine. Anche gli indicatori sociali e sulla povertà sono stabili, ma «a livelli preoccupanti». Per questo la Commissione «ritiene utile anche prendendo in considerazione l’identificazione degli squilibri eccessivi a febbraio esaminare ancora la persistenza dei rischi macroeconomici e monitorare i progressi nell’allentamento degli squilibri».

Si tratta di un monito severo a Renzi e Padoan: nella valutazione di èprimavera la ue dovrà decidere anche se concedere all’Italia la flessibilità richiesta, anche per l’immigrazione, ma se la situazione rimarrà precaria – come lo è adesso – il nostro premier si potrà sognare l’utilizzo dei fondi aggiuntivi, sui quali ha fondato gran parte delle ultime promesse di stampo elettoralistico (abbattimento delle tasse, 80 euro ai poliziotti, 500 euro ai diciottenni). Ma intanto i roboanti annunci hanno avuto il loro effetto. Si tratta di vedere se andranno in porto o se, come molti altri, resteranno solo nel libro sei sogni.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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