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Pensioni: protesta sindacale continua. Il 19 maggio nuova manifestazione per la rivalutazione degli assegni

sindacati

I sindacati sono scesi in piazza per chiedere di cambiare la Legge Fornero con l’introduzione della flessibilità in uscita. Giornata di manifestazioni in tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Le mobilitazioni principali a Venezia (con la leader della Cgil, Susanna Camusso ), Napoli (con il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo) e a Roma dove il corteo di circa 10mila persone è stato guidato dal segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan. «Siamo in piazza per dire al governo – dice Furlan – che va cambiata la Legge Fornero e che bisogna «lasciare posti di lavoro ai giovani». Andremo avanti finché non schioderemo il governo» spiega Furlan, annunciando per il 19 maggio una nuova manifestazione (stavolta unitaria) a Roma sulla rivalutazione delle pensioni.

ROMA, CISL – «La legge Fornero si cambia con un confronto serio con i lavoratori -ha ribadito il segretario della Cisl- non ci servono auguri e buone intenzioni. Direi che siamo già in abbondante ritardo. Il governo faccia il suo lavoro: convochi le parti sociali e sia in grado di presentare la sua proposta. Deve convocare un tavolo di confronto domani. Lo chiedano anche le imprese che devono innovare e non è possibile con un’età così alta, lo chiedono i lavoratori e i giovani». Per Furlan occorre ripristinare la flessibilità in uscita e distinguere da lavoro a lavoro, perché «non si può stare fino a 67 anni su una gru o su una impalcatura e tenere una classe materna di bambini».

VENEZIA, CGIL – La segretaria della Cgil Susanna Camusso da Venezia ha lanciato un duro monito al Governo. «Le pensioni devono cambiare radicalmente – ha detto -, deve cambiare la norma per quel che riguarda la costruzione di una previdenza per i giovani, quindi la possibilità non di immaginarsi un futuro da poveri, ma di persone che nella loro vita lavorativa metteranno insieme una condizione civile di pensione. Deve cambiare il rapporto coi singoli lavori e ci vuole una relazione con la faticosità del lavoro come ci vuole una relazione con l’inizio dell’attività lavorativa». «Uno dei problemi del sistema previdenziale e dei numeri che vengono ogni volta ripubblicati – ha detto ancora la segretaria della Cgil – è che noi non abbiamo una separazione seria tra le politiche di assistenza e di previdenza».

NAPOLI, UIL – A Napoli il Segretario Generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha affermato: «La gente è insoddisfatta delle politiche economiche del Governo, non dei sindacati. L’economia non sta andando bene, Renzi se ne faccia una ragione e chieda a tutti di dare una mano per il benessere e il bene del Paese» ha aggiunto. «Come abbiamo spiegato mille volte non tutti i lavori sono uguali, un edile non può salire su una impalcatura fino a 70 anni, un insegnante di scuola materna non può insegnare ai bambini fino a 70 anni – ha ribadito -. Di lavori usuranti ce ne sono parecchi. L’Inps non può trasformarsi da istituto di previdenza sociale in istituto della povertà sociale così come è diventato».

TOSCANA – Presidi e volantinaggi in diverse città della Toscana in occasione della giornata di mobilitazione dei sindacati sulle pensioni. Tra gli altri, al centro commerciale I Gigli di Campi Bisenzio, in quello fiorentino di Gavinana, davanti all’Ospedale di Careggi e in piazza della Vittoria a Empoli. manifestazioni anche a Siena, Chiusi, Sinalunga e Poggibonsi. «Non si può stare fino a 67 anni su un ponteggio o a tenere una classe di un asilo. Non si può far immaginare ai giovani una vecchiaia da poveri», ha detto Dalida Angelini, segretaria regionale della Cgil. Il messaggio che arriva dai tanti presidi e dalle tante iniziative di oggi in Toscana è chiaro, la gente vuole cambiare la legge Fornero. «Un grande segnale è arrivato dalla Toscana, cambiare la legge Fornero è una priorità perché in gioco c’è il futuro di questo paese», ha affermato il segretario della Uil Toscana, Francesca Cantini.

 

Dunque i sindacati continuano la lotta per ottenere un tavolo di confronto che il Governo insiste a non voler attivare. Confermando di essere molto più propenso a dare ascolto alle pretese delle lobby e dei poteri forti, che alle giuste rivendicazioni dei lavoratori.

 

 

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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